L’incredibile conclusione di JPMorgan: un’uscita dell’Italia potrebbe essere la migliore opzione per Roma

Un post di Francesco Simoncelli  sull’ipotetico scenario di uscita dell’Italia dalla moneta unica. L’analisi di JPM dice che non solo è fattibile, ma addirittura l’Italia potrebbe giovarne (a spese della Germania).

E non sarebbe una cattiva idea, visto che la politica economica e monetaria anche se svolta per sostenere i Paesi dell’area euro più deboli, finiscono col diventare sempre un vantaggio per gli stessi (Germania in testa)

(…) secondo la BCE, la stragrande maggioranza delle obbligazioni acquistate dalle banche centrali nazionali nell’ambito del QE è stata venduta da controparti che non risiedono nello stesso Paese della banca centrale nazionale acquirente, e circa la metà degli acquisti proviene da controparti situate al di fuori l’area Euro, la maggior parte delle quali accede principalmente al sistema di pagamenti Target2 tramite la Deutsche Bundesbank. In altre parole, a causa delle preferenze degli investitori, l’eccesso di liquidità creato dal programma di QE della BCE sin dal 2015 non è rimasto nei Paesi periferici, ma è trapelato a nazioni creditrici come la Germania, che sono state inondate con maggiore liquidità.

Per inciso, questo è esattamente l’opposto dello scopo dichiarato del QE e di ciò che Mario Draghi ha descritto ai policymaker e al pubblico in generale: rafforzare la periferia, non il centro Europa, poiché quest’ultimo già beneficiava del tasso fisso dell’euro, il quale sovvenzionava i principali esportatori europei a scapito delle nazioni periferiche alla disperata ricerca di una svalutazione esterna. (…)

Qui l’intero post

By aidos