La “sudditanza psicologica della politica nei confronti della BCE deve essere ridimensionata”? Ma che niente niente il number one della fabi si sarà iscritto al canale Telegram di Matteo Brandi? Mi sarà diventato anti Europeista? Sicuramente il leader maximo della compagine sindacale numero uno conoscerà gli effetti economici dell’euro in Italì. Da ProItalia:

Rispetto ai primi anni Duemila:

  • Gli investimenti pubblici sono stati tagliati del 30%.
  • Il PIL è crollato del 7%o (siamo tornati ai livelli del 1995, un salto indietro di quasi 30 anni), quello pro capite è crollato dell’11,8%, quello per occupato del 12,6%.
  • La domanda interna è crollata dell’8,6%.
  • La produzione industriale è crollata del 25,4%.
  • Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7%.
  • Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4%.
  • Il tasso di risparmio è passato dal 28% degli anni Ottanta all’attuale 3%.
  • Il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3%) del 2005 ai 5,6 (9,4%) del 2020.
  • Abbiamo un tasso di disoccupazione imposta del 10% circa.
  • Ogni anno circa 200.000 italiani sono costretti a lasciare il paese per mancanza di lavoro e di salari dignitosi. La maggior parte di questi sono giovani laureati.

Questo è il “dividendo economico dell’euro”.

Ma il vero “dividendo” è stato politico. Con l’adesione all’euro e l’istituzione della Banca centrale europea (BCE), infatti, abbiamo rinunciato a una delle più importanti prerogative di uno Stato sovrano – la possibilità di emettere moneta –, acquisendo così «lo status di ente locale o di colonia», come avvertì il celebre economista britannico Wynne Godley nel 1992. Oggi questo progetto di colonizzare giunge a compimento con il definitivo commissariamento dell’Italia per mezzo del PNRR.  

Quindi di cosa si stupisce Sileoni?

E su MPS: “tutto cambia affinché nulla cambi”.

By Pigi