In questi giorni il caldo e l’afa si fanno veramente sentire. A Milano sembra di essere già in pieno clima estivo, ed il caldo si sa, gioca brutti scherzi.
Prima Mussari (ABI) che farnetica su mega consorzi ed aggregazioni di società di servizi, ora il nostro CEO che si scaglia contro il mercato reo di non saper valutare i bilanci bancari anche sulla base dell’impegno sociale e sulla reputazione del Gruppo e di limitarsi ad una valutazione di breve periodo.
In queste affermazioni ci ritrovo un po’ della filosofia di J.M. Keynes:
“The social object of skilled investment should be to defeat the dark forces of time and ignorance which envelope our future.”
Ma nel contempo Keynes è colui che è ricordato per la celebre affermazione “nel lungo termine siamo tutti morti” e che “Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi”.
Il CEO per una volta lascia le questione economiche per addentrasi in quelle più filosofiche. Il Mahatma Ghizzoni sembra volerci parlare di “credito” come di un “diritto” e di un ritorno “sociale” prima che “economico”.
Etica in banca…..sarebbe bello capire cos’ha in mente…..
Francamente ho imparato a diffidare della cosiddetta Corporate Social Responsability: è quasi sempre un adempimento che le grandi banche aggiungono a quelli regolamentari e di vigilanza, tanto per farsi belle; non a caso Ghizzoni parla anche di indici legati alla reputazione dei Gruppi bancari. Il sociale come vetrina per farsi conoscere ed apprezzare
Ma dare più spazio all’etica nelle attività bancarie ordinarie si puo’?? Io credo di sì.
E’ eticamente corretto quel banchiere” che mantiene il suo Istituto con un ratio di capitale aggiustato per il rischio così da non mettere in pericolo il risparmiatore, né confidi nel salvataggio a spese del contribuente (com’è avvenuto per numerosi Gruppi bancari). E’ eticamente corretto quel banchiere che fa pulizia nel proprio attivo patrimoniale, senza tenere valori intangibili ai livelli non correnti pregiudicando la bontà dei bilanci (cosa che succedeva anche nel nostro Gruppo dove, solo un anno fa gli intangibles venivano valorizzati al 130% della capitalizzazione di Borsa). E’ eticamente corretto quel banchiere che non forza oltremisura le attività di trading ad alta leva finanziaria su quelle da impieghi ordinari a bassa leva. Eticamente corretto è quel banchiere che fa anche e soprattutto la scelta di retrocede al cliente una parte maggiore degli utili realizzati dalle proprie attività; perché in questo caso investe nella fiducia, e aggiunge clienti e massa amministrata alla propria raccolta.
Insomma prima di lasciarsi andare ad esternazioni filosofiche che possono far sorridere (o meglio ringhiare), sarebbe bello che cominciasse a pensare di più al rispetto dei diritti dei dipendenti, della sicurezza del lavoro nel suo Gruppo e dell’instaurazione di un modello che valorizzi le capacità e la meritocrazia anziché il clientelismo.
Una cosa interessante (oltre che intelligente) Ghizzoni però l’ha detta. L’ho evidenziata in arancio nell’articolo più sotto riportato.
Beh, il nostro CEO dovrebbe esternare questo suo pensiero a Mussari & Profumo più che alla stampa…..ed ai suoi luogotenenti di HR che seguono le politiche retributive nel Gruppo……ricordando ancora Keynes “ L’importanza dei soldi deriva essenzialmente dall’essere un legame fra il presente ed il futuro”.

Banche/ Ghizzoni: Il mercato ci valuta soltanto nel breve termine

Parigi, 24 mag. (TMNews virgilio.it) – Il mercato continua a valutare le banche soltanto nel breve periodo e a guardare ai risultati trimestrali e non ad altri indici legati ad esempio alla reputazione o alla soddisfazione della clientela. E’ il ragionamento fatto dall’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, nel corso del suo intervento a un panel su come ristabilire la fiducia alla ministeriale dell’Ocse a Parigi.
“Le banche devono cambiare business model, muovendosi dagli obiettivi di profitto di breve termine ad obiettivi quali la fiducia dei clienti e la sostenibilità. Peccato che – ha osservato Ghizzoni – il mercato continui a valutarle solo su basi a breve, cioè trimestre dopo trimestre”.
“Per me – ha affermato Ghizzoni – sono importanti la fiducia dei clienti senza la quale non c’è una crescita sostenibile: dobbiamo lavorare su molte direzioni, la prima è quella delle norme e una di queste è Basilea3, queste regole possono essere discusse ma sono necessarie e devono essere percepibili come utili alla fiducia e noi come banchieri dobbiamo promuovere questo senza paura”.
Il manager di Piazza Cordusio ha quindi sottolineato come il mercato abbia “interesse zero” sugli obiettivi non finanziari inclusi nel piano strategico quinquennale del gruppo come appunto la reputazione e la soddisfazione del cliente. Inoltre, l’attuale crisi per Ghizzoni non è stata soltanto una carenza di capitali e di liquidità, ma anche di valori e ha poi posto l’accento sull’etica e le regole: “Senza l’etica la regolazione non funziona“.
Parlando del tema dei bonus dei banchieri, l’ad ha osservato infine che “nell’immaginario collettivo tutti quelli che lavorano in banca prendono maxi bonus ma non è così. Questi riguardano solo un piccolo gruppo ai vertici. La maggior parte dei lavoratori non è ricca, con un costo totale annuo di circa 65mila euro di cui il 50% in tasse”.

By aidos