Per non dimenticare…

Due episodi distinti, ma figli della stessa lucida follia: prima Monica Cirinnà, la senatrice Pd della legge pastrocchio sulle unioni civili, ha definito come “pregiudizio e stereotipo” le figure di madre e padre; poi in un asilo di Milano viene cancellata la festa del papà per non offendere i figli di coppie gay.°°
Tutto questo parrebbe assurdo se non fosse tragicomicamente vero. Sembra di essere nel romanzo 1984 di George Orwell in cui il vocabolario col passare del tempo diventa sempre più sottile per volere del Grande Fratello: meno parole sono presenti e meno le persone riusciranno ad articolare pensieri e costruire ragionamenti “pericolosi e sovversivi”. Ci aveva provato pochi anni fa il ministro a non ci ricordiamo cosa, Cècile Kyenge, rimasta famosa solo per l’assurda proposta di cancellare i termini “madre” e “padre” dai documenti scolastici. Dovevano essere sostituiti da “genitore 1” e “genitore 2” per evitare discriminazioni. Qualche dirigente scolastico prese sul serio una cretinata simile e sui social network non tardarono a circolare le foto dei documenti in cui “genitore 1” e “genitore 2” vennero cancellati a penna per essere corretti in “madre” e “padre”. Ma la follia gender continua a fornire episodi tanto esilaranti quanto impensabili nel tentativo di far apparire vecchio e superato ciò che è alla base di ogni società.*

L’ultima sparata è di Monica Cirinnà che è arrivata a definire “stereotipo” e “pregiudizio” la figura dei genitori. Senza parole: ciò che armonicamente regola le società da migliaia di anni viene liquidato con un’arroganza per introdurre nuovi modelli degenerati che comprendono la compravendita di bambini come ormai da anni sta dimostrando la pratica dell’utero in affitto.

Via tg-news24.com

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By aidos