[pullquote]Il motto è sempre il solito: Privatizziamo gli utili e socializziamo i costi.[/pullquote]

Ai bancari il compito di tenere insieme il contratto, almeno dal punto di vista economico. Versano contributi per accompagnare gli esuberi in esodo, per assumere nuova forza lavoro (Il FOC) ed ora anche per garantire un adeguamento della busta paga dei neoassunti (a regime +235 euro, quasi il 12% in più dell’attuale, il 66% del quale sarà pagato con fondi che erano destinati a creare nuova occupazione e versati appunto da lavoratori).

Il motto è sempre il solito: Privatizziamo gli utili e socializziamo i costi.

Sulla carta quello che è stato siglato sembra essere un buon contratto, un contratto che dopo essere stato bistrattato dal 1999 al 2012 mette un freno all’arroganza dei Banchieri. Ma ci sono parecchi dubbi sui quali occorrerà essere vigili.

Nessun freno o limite è previsto per le esternalizzazioni (la clausola di “collegamento societario” non si prende neppure in considerazione). C’è un accenno all’equità distributiva ma senza ulteriori specifiche, il che mette i brividi visto le politiche economiche svolte con gli ultimi contratti. Piena fungibilità dei Quadri Direttivi e definizione delle figure professionali a dopo l’approvazione del CCNL (ovvero avuta la grazia – o passata la festa – gabbato lo santo….). Ma anche automatismi, Vap e la necessità di togliere spazi al salario discrezionale: nulla. Il buio assoluto.

Insomma il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Intanto Abi ha inviato alle sigle sindacati la proroga del vecchio contratto fino al 15 giugno, termine entro il quale i lavoratori dovranno votare pro o contro il CCNL. Ma se le assemblee non dovessero approvare l’accordo scatterà la disapplicazione del contratto.

Il giornale di Confindustria:

Ai giovani bancari 235 euro in più

By jvb