DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA            

Lo sciopero generale del 18 ottobre ha visto il ritorno nelle piazze dei lavoratori che chiedono un’alternativa sindacale per contrastare la rassegnazione e sconfiggere le politiche recessive, imposte da trattati e organismi europei totalmente antidemocratici, supinamente recepite anche nella “nuova” legge di stabilità del governo Letta.

Persino i mezzi d’informazione, che avevano messo sotto silenzio l’evento, sono stati costretti a dare conto della manifestazione di Roma. Siamo soddisfatti che anche bancari e assicurativi abbiano partecipato a questa giornata.

Alle tradizionali adesioni nelle zone dove il nostro sindacato è più forte (con alcune filiali di Intesa Sanpaolo chiuse o aperte a singhiozzo a Torino e provincia) si sono aggiunte quelle di gruppi di lavoratori in sciopero in aree geografiche e aziende nuove, nonostante il consueto e scorretto tentativo di molte banche di far credere che lo sciopero fosse irregolare.[banner network=”adsense” size=”336X280″ type=”default” align=”alignright”]

La determinazione dei lavoratori, nella maggior parte dei casi, ha imposto alle direzioni aziendali di recedere dai loro insani propositi. Chiediamo a tutti di segnalarci l’eventuale persistenza di questi episodi per i quali ricorreremo, se necessario, alle vie legali.

Oltre alla manifestazione principale di Roma, cortei si sono svolti a Milano (dove era presente il nostro striscione), Firenze, Cagliari, Palermo. Dati particolarmente elevati di adesione si sono registrati nel settore dei trasporti.

Questo appuntamento deve segnare la ripresa dell’opposizione sociale alle politiche governative sciagurate degli ultimi anni.

Riportiamo alcune parti del commento allo sciopero dal sito “controlacrisi.org”

Stavolta i lavoratori ci hanno messo la faccia. Per chi pratica da anni i cortei sindacali non è così difficile riconoscere in quello sfilato stamattina a Roma il serpentone con lavoratori in carne ed ossa. Tanti e tante, che finalmente hanno deciso di rompere il tradizionale “riflusso” di questi anni che tra crisi e concertazione sembravano aver messo la pietra tombale sulle lotte e il dissenso. Un corteo sindacale, quello di Usb, Cobas, Cub, Snater, SlaiCobas e UniCobas, che, oltre al prezioso risultato politico dell’unità del sindacalismo di base, è andato ben al di là della semplice presenza degli “apparati”,quindi.

Tanti striscioni dai luoghi di lavoro per dire proprio che la crisi sta andando pericolosamente verso un punto di non ritorno. Per questo non è tanto importante soffermarsi sulle cifre delle presenze– in tante altre città italiane, comunque, si sono tenute iniziative di protesta – è stato comunque un bel corteo, che ha messo insieme chi “si sporca le mani” nel pubblico impiego come alla Fiat, i precari, i migranti, chi occupa le case. E anche tanti studenti. Quando la testa aveva finito di passare per via Merulana la coda stava lasciando piazza della Repubblica.

Da A, come Alitalia a T come Telecom
Hanno sfilato contro la crisi tanti lavoratori della grande distribuzione (Leroy Merlin. Saturn e Coop) ma anche dalla Fiat di Cassino, Mirafiori e Sevel. Hanno urlato la loro rabbia contro la crisi gli addetti del settore Ricerca di Isfol e Ispra, le educatrici del Comune di Roma, tantissime; e poi ancora gli Lsu-Lpu della Calabria, i Vigili del fuoco, anche loro in massa, e tanti striscioni dell’Inps. Quelli di Telecom distribuiscono un volantino in cui spiegano perché a questo punto è importante la nazionalizzazione, mentre quelli di Alitalia spiegano come a pagare i colpi di mano dei capitani coraggiosi ora sono i lavoratori e le lavoratrici, chiamati a scongiurare un altro salasso di posti di lavoro se Air France dovesse mai prendere il controllo della situazione.

 

By jvb