“Mettiamo un punto fermo: non c’è alcuna ipotesi che l’Italia possa uscire dall’Europa. Noi siamo l’Europa, atteso che duemila e passa anni fa tutto è nato proprio qui. Non a caso siamo stati tra i fondatori della Comunità europea. Senza l’Italia non esisterebbe più alcuna Unione europea”.

Queste le parole del nostro Presidente del Consiglio che si possono rinvenire nel libro-intervista “La versione di Giorgia” sbarcato proprio oggi nelle librerie. Ecco a voi la postura di chi racconta di prepararsi a una durissima trattativa con Bruxelles in vista della finanziaria 2024 quando invece è già pronto a raccogliere le briciole che verranno concesse. Ma state pure tranquilli: è tutta un’astrategggia.

Ludovico Vicino
Pro Italia – Segreteria Nazionale
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E insomma ve l’ha detto in faccia. Di nuovo, nel suo ultimo libro-intervista “La versione di Giorgia”. La Meloni dall’UE non vuole uscire, anzi, punta a darle al massimo una veste più conservatrice e preservarla costi quel che costi.

Provo grande pena per chi, ancora una volta, cadrà dal pero. Ma come, dov’è la grande strategia nascosta che punta a liberare l’Italia dal giogo europeo? Non esiste, come Babbo Natale, i goblin e il patriottismo di Mattarella.

Da qui partono le analisi di chi, testardamente, cerca di dare un senso alle cosiddette (e presunte) “giravolte” meloniane. L’ipotesi più gettonata, tra i delusi di centrodestra, è quella della coercizione. “Non potrebbe fare altrimenti”, “la stanno minacciando”, “siamo sotto ricatto”, e via dicendo.

Nessuno di questi arguti commentatori osa prendere in considerazione la spiegazione più ovvia, chiara, evidente: la nostra classe politica, da destra a sinistra, il vincolo esterno lo adora. Perché tutto sommato questa catena ha i suoi vantaggi per i nani della seconda repubblica, dato che li solleva dalla responsabilità di prendere scelte difficili. Di governare.

Altro che pistole puntate alla tempia, altro che congreghe segrete. Chi ci governa, oggi, è figlio della totale deresponsabilizzazione e del sistematico svuotamento della politica. Chi pensa che invece siamo di fronte al fallimento della politica stessa non ci ha capito davvero niente.

Passano i nomi, passano i simboli, ma resta l’idea malsana di fondo: l’Italia ha bisogno di qualcuno che, da fuori, le dica cosa fare e quando farlo.

È il pilota automatico, bellezza.
Come lo vuoi: blu o fucsia?

Matteo Brandi
Pro Italia – Segreteria Nazionale

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