Sei mesi fa l’isola era ostaggio di 180 tunisini e vi era un grave problema di ordine pubblico. Ma il problema non è risolto, è stato solo trasferito altrove

Quella in arrivo a Lampedusa sarà un’estate serena: la prima estate serena dopo anni di tensioni e di diserzione turistica. Quella in arrivo a Lampedusa sarà una stagione di distensione per isolani e vacanzieri, una stagione di ritorno alla tranquillità e al business turistico. A confermarlo, il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello che, nascondendo a fatica la soddisfazione per la chiusura del centro d’accoglienza, diventato hotspot, per consentire dei lavori di ristrutturazione della struttura dopo l’ennesimo incendio che ha devastato parte dell’impianto, ha dichiarato: «Finalmente è tornata la tranquillità a Lampedusa. Era ora. Dallo scorso settembre c’era una tensione continua per la presenza dei tunisini sull’isola. Con la chiusura dell’hotspot torna il sereno. E anche l’estate sarà più tranquilla». Più chiaro di così…

Lampedusa, hotspot chiuso: il sindaco gioisce

E poi, per suggellare la dichiarazione che non farà piacere leggere ai proseliti del rito dell’accoglienza coatta, come ai sostenitori del benpensantismo radical chic di stampo rigorosamente dem, Martello aggiunge e rilancia: «Il problema fondamentale era dovuto alla presenza dei giovani tunisini sull’isola, specialmente da settembre in poi. Con la loro presenza creavano tante tensioni tra i miei concittadini. Ora, finalmente, si torna a prima del 1993, quando hanno preso il via i primi sbarchi».L’epoca aurea in cui – guarda caso anche nel 1993 Martello era sindaco dell’isola delle Pelagie – l’isola poteva vivere di turismo, bearsi della sua bellezza naturale e contare su un discreto flusso di turisti e stranieri in visita, vacanziera e, soprattutto, passeggera. Un eden perduto da quando sono iniziati, senza mai fermarsi o rallentare, sbarchi e approdi. Un luogo simbolo dell’accoglienza Lampedusa, che ha retto nonostante all’onda di flussi ininterrotti, ma che si è dovuta piegare all’impossibilità di amministrare numeri e situazioni ingestibili. «Ora ci auguriamo solo tanta tranquillità», ha perciò aggiunto Martello tirando un sospiro di sollievo. «Anche dal punto di vista psicologico, per i miei cittadini. Non tanto per l’accoglienza in sé, quanto per i tunisini». E allora, a proposito di situazione isolana tornata alla normalità, e degli ultimi nordafricani ospiti della struttura di contrada Imbriacola trasferiti ieri mattina (47 di loro, per l’esattezza), in modo da dare il via ai lavori di ristrutturazione del centro, va detto che era stato il Ministero dell’Interno, di recente, a decidere la chiusura della struttura. I lavori, divisi in tre lotti, dovrebbero iniziare poco prima dell’estate.

Via Il Secolo d’Italia

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By aidos