Quando si dice “fate quel che dico, non fate quel che faccio”…

Impegnare la banca per uno sviluppo economico sostenibile, per la difesa dell’ambiente e del territorio e per le iniziative a favore dell’inclusione sociale. Sono ambiziosi e vanno oltre i criteri classici della responsabilità sociale (Sri) gli obiettivi della nuova direzione «impegno d’impresa» creata dal gruppo bancario francese Bnp Paribas, fortemente radicato in tutto il territorio europeo e di cui fanno parte l’italiana Bnl e la banca belga Fortis. (…) Le aree di intervento coordinate da questa nuova funzione aziendale si estendono ad ogni ramo di attività del gruppo Bnp Paribas. Dagli acquisti alle politiche creditizie volte a favorire la transizione verso le energie rinnovabili, alla sospensione o riduzione del credito verso settori come il tabacco o l’industria petrolifera, non in linea con gli obiettivi di sostenibilità. (…) Tutela delle minoranze, riduzione del gender gap e pari opportunità tra donne e uomini nelle assunzioni e nella crescita professionale verso carriere direttive completano questo quadro di impegno per il territorio e per le persone.Ma la partita principale si gioca sul campo istituzionale della banca, quello del credito, ad esempio, alle imprese che operano nel sociale.

Qui l’intero articolo:  Sire (BnpParibas): «Gli interessi?  Giù se l’impresa ha obiettivi sociali»

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Meanwhile BNL….

(…) Poi però uno legge le motivazioni con cui il giudice Antonino La Malfa ha chiesto a Atac di riscrivere la richiesta di concordato: il giudice invita l’azienda a una «riflessione su una possibile illiceità» perché Atac avrebbe rimborsato per intero un debito di varie decine di milioni a Bnl proprio il giorno prima di varare il concordato che, da quel momento, impone di trattare (male) tutti i creditori allo stesso modo. Bnl nega di aver fatto pressioni, malgrado alcune intercettazioni di un suo dirigente — raccolte dalla Procura di Bari — che potrebbero far pensare altrimenti. La banca non sembra aver violato la legge. Ma perché è stata rimborsata subito prima che la tagliola scattasse su centinaia di piccole imprese romane creditrici di Atac? Cosa sapeva il sindaco pentastellato di Roma Virginia Raggi, la cui giunta controlla Atac? E come si spiega l’allontanamento di Bruno Rota, il direttore che voleva il concordato prima che Bnl fosse liquidata prima e meglio degli altri creditori? Domande che un brillante post sul sito di M5S non basterebbe a mandar via.

Il concordato dell’Atac e quei dubbi (del giudice) sui favori alle banche

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By aidos