A nessun altro partito sarebbero permessi i conflitti di interesse che il Pd continua imperterrito ad alimentare su Siena e sul Monte dei Paschi in un articolo di Sergio Luciano.

Quando i grillini erano di lotta più che di governo, dicevano che il Monte dei Paschi di Siena era il “bancomat” del Pd. E tanto per non smentirsi dicevano una corbelleria. La banca di Siena, la più antica al mondo e sicuramente in Italia, era stata qualcosa in più e in meno di un bancomat.

In più, perché se fossero vere la metà delle indiscrezioni circolate attorno alle due grandi acquisizioni che hanno messo a terra il Monte – la piccola Banca del Salento per 2.500 miliardi di vecchie lire e poi l’Antonveneta per 9 miliardi di euro – altro che Bancomat: saremmo di fronte alla più grande ruberia politica del millennio; ma dirlo, o peggio scriverlo non per assurdo ma con suggestiva condivisione dell’ipotesi, è un po’ come imitare i piddini quando dicono che Salvini deve restituire i 49 milioni evaporati durante l’ultima gestione Bossi (a proposito, quell’inchiesta sta per essere archiviata senza nulla di fatto)…..CONTINUA QUI

Tratto da: BANCHE E POLITICA/ La regia tafazziana (e i conflitti di interesse) del Pd in Mps

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