Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra interviene nella giornata della Festa della Liberazione ed esorta a non «dimenticare mai il valore profondo della #Resistenza, patrimonio di idee, passione civile che occorre continuare a trasmettere ai giovani, nelle scuole e nei luoghi di lavoro».

Al Segretario sarebbe bene ricordare che la Resistenza durante la guerra civile non fu così limpida e trasparente, anzi! Uccisioni sommarie, stupri, infoibamenti, furti ed incarcerazioni ingiuste ebbero una parte di rilievo; uccisioni che si perpetrarono fin dopo l’inizio degli anni 50.

L’idea di democrazia quindi è ben altra cosa!

«La nostra democrazia – sottolinea il leader della Cisl – è frutto del sacrificio di una generazione che si è battuta per la difesa della libertà, della tolleranza, del pluralismo delle idee. I principi fondamentali che insieme al diritto al lavoro ritroviamo nella Costituzione e su cui si fonda la nostra Repubblica. Da lì bisogna ripartire per la ricostruzione del nostro paese dalle macerie provocate dalla pandemia, proprio come avvenne dopo l’ultimo conflitto mondiale».

Libertà? Tolleranza? Pluralismo? Ma se nel mondo sindacale vige esattamente il principio opposto! Accordi tra la triplice ed il mondo datoriale proprio per limitare il diritto e la libertà sindacale al fine di limitare le sigle minori!

Il sindacato ormai è come un pugile che tra un jab ed un cross si trova ora al suo angolo col fiato corto. Il petto si gonfia in fretta per il respiro affannato, la fronte è madida di sudore e qua e là più di una ecchimosi; d’altra parte quarant’anni di sindacalismo concertativo e fallimentare gli stanno appesantendo le gambe ed i riflessi non son più quelli di una volta… D’altra parte la “base” del sindacato sono ormai i pensionati che, se non ricordo male, rappresentano più del 50% e degli iscritti.

Nuova linfa invece la stanno trovando le sigle minori ed il sindacalismo di base (anche se purtroppo non nel mondo bancario dove si vuole sempre più limitare la rappresentanza alle sigle maggiori), forse perché meno esposti sul fronte “politico” (e perciò sentito più vicino alle esigenze dei lavoratori); da quando cioè i sindacati confederali hanno cominciato a collaborare con i differenti governi – dagli anni 90 in poi – offrendo moderazione salariale e controllo dell’inflazione in cambio di una titolarità “politica” a rappresentare interessi generali.

Solo quando i lavoratori prenderanno coscienza delle loro potenzialità, il cambiamento avrà davvero inizio. Ma ne siamo ancora molto lontani, soprattutto nel settore bancario.

Auguriamoci che il Segretario della Cisl si ravveda e si preoccupi un po’ di più di fare gli interessi dei lavoratori ed un po’ meno di fare retorica politica.

Chiudo con questo pensiero tratto da un post di Alberto Cossu:

L’attività di discredito del concorrente politico viene costantemente consumata davanti all’opinione pubblica attraverso l’uso di tutti i mezzi a disposizione quali scandali sessuali, vicende giudiziarie, notizie false, e qualsiasi altra cosa che abbia la forza di distruggere la reputazione e intaccare l’integrità morale di un politico al fine di screditarlo totalmente di fronte all’elettorato (…)

Prevale, invece, il morbo dell’intolleranza, della violenza verbale proprio da parte di chi, come la sinistra liberal, si considera un baluardo a difesa di questi valori. Già da tempo la sinistra, che ha sposato la globalizzazione nel modello dell’iper-globalismo, ha assunto comportamenti di disprezzo, intolleranza e di tribalismo deleterio. Comportamenti che meritano di essere condannati e bollati come antidemocratici considerato che erodono le radici della democrazia rendendola sempre più vulnerabile. E’ una forma di potere esercitata in modo sottile e sofisticato attraverso la cultura e i mass media che sta avvelenando le società occidentali dall’America all’Italia. Un atteggiamento che affonda le proprie radici nella pretesa della superiorità morale, per cui valori buoni e cultura stanno da una sola parte mentre gli altri non meritano altro che disprezzo. Da una parte gli illuminati dall’altra i barbari e fascisti da educare ai veri valori. (…)

(tratto da Il rispetto dell’avversario, fondamento della democrazia)

Immagine: besti

By Pigi

One thought on “Anche la #Cisl segue la moda e si svende alla retorica dell’#Anpi e della #sinistra.”
  1. I cattocomunisti sono peggio dei comunisti !! Sono così coglioni che dimenticano perfino i partigiani non comunisti trucidati o fucilati dai partigiani con la stella rossa sul cappello.

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