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(…) l’applicazione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dei nuovi processi legati al fintech ha rimesso in discussione i tradizionali modelli dell’organizzazione aziendale e del lavoro con la conseguenza che anche la sua struttura interna e commerciale (di funzioni, di ruoli e di responsabilità) sono destinate – pena la loro fuoriuscita dal mercato – a simili mutamenti.

Alcune domande cruciali: in che modo e in che termini? Come verranno instaurati i nuovi rapporti sociali e che li condizionerà? Sarà garantito ancora il posto fisso che nell’attuale organizzazione del lavoro era ed è ancora considerato un punto di riferimento stabile nel tempo? Questi alcuni degli interrogativi a cui il Sindacato dovrà dare necessariamente una coerente risposta; altrettanto i lavoratori, i professionisti dovranno fare la loro parte, attraverso un costante impegno quotidiano e una partecipazione attiva alla risoluzione della problematiche che si presenteranno.(…)

(…) E’ un segnale che va captato per la sua portata politica e sociale. Occorre a mio parere far fronte unico: consulenti finanziari e personale della banca per creare “un blocco storico” in grado di riequilibrare i rapporti di forza con l’apparato dominante del potere economico e finanziario.

Al di là delle dichiarazioni formali e del vociferare a bassa voce, il sindacato – nel quitum servitium – non ha mai affrontato da otre venticinque anni seriamente tali questioni: è arrivato il momento di un analisi critica e di un ripensamento al suo interno per non lasciare governare ancora tale importante questione
solo ed esclusivamente ad una sola parte, ovvero ai datori di lavoro, la gestione del ricco patrimonio e del risparmio della famiglie italiane”.

Marucci (Federpromm), il sindacato ha fatto poco: i cf devono farsi tutelare di più dalle mandanti

By aidos