In collegamento dalla Situation Room della Casa Bianca, Joe Biden ha letteralmente interrogato i presidenti dei paesi “alleati” Nato.

Secondo quanto riportano i media, ovviamente con tono trionfalistico, il consenso all’ulteriore invio di armi in Ucraina è stato unanime. “Dobbiamo essere pronti a tutto per non far vincere Putin”, questo pare sia il riassunto più attendibile della linea d’azione uscita fuori dalla riunione.

Più armi significa più guerra. Più guerra significa più morti. Se vi sembra un ragionamento semplicistico, vi rassicuro: non lo è.

Stiamo assistendo ad un conflitto ibrido tra Nato e Russia, in cui l’Ucraina viene spinta a suicidarsi per testare la forza militare e la determinazione di Mosca. Il burattino Zelensky ha questo compito e lo porterà avanti fino a nuovo ordine.

Allo stesso modo, i russi non hanno la minima intenzione di rallentare. Anzi, sono passati alla cosiddetta “fase 2 dell’operazione speciale”. I cieli ucraini, già totalmente in mano russa (al netto dei droni Nato) sono ora attraversati da bombardieri strategici Tupolev Tu-95MS e Tu-160. Il Donbass, e non solo, diverrà per le forze ucraine un inferno.

In Europa, una quantità industriale di giornalisti e intellettuali (in alcuni casi, non è difficile immaginarlo, profumatamente pagati) alimentano la propaganda bellica ogni giorno. La Russia è il nuovo nemico della parte democratica del mondo (segue risata) e la popolazione deve essere pronta ad ogni sacrificio per la vittoria.

Ci aspetta un’estate calda. E non parlo dei condizionatori.

Matteo Brandi (https://t.me/MatBrandi)

By Pigi