Svezia in caduta libera
di Judith Bergman
5 giugno 2018
Pezzo in lingua originale inglese: Sweden in Free Fall
Traduzioni di Angelita La Spada
Sintesi dell’articolo
- Se in Occidente è considerato “discutibile” parlare di conseguenze reali del fenomeno migratorio, in Svezia è ora ritenuto un vero e proprio crimine.
- Il tipo di “integrazione” che la moschea di Växjö diffonderebbe agli abitanti musulmani del posto consiste nell’esortarli a non partecipare ai festeggiamenti natalizi dei “kuffar” [un termine dispregiativo che sta per “miscredenti”] e a parlare degli ebrei come i nemici di Allah. La scuola della moschea adotta i programmi scolastici sauditi e incoraggia le donne a non vestire all’occidentale.
- “In queste aree, il silenzio è diventato una norma consolidata in certi gruppi di abitanti” (…) vengono esercitate pressioni da parte dei parenti e delle comunità religiose affinché non si contattino le autorità, ma si utilizzino sistemi alternativi, come la moschea. A volte, le bande criminali locali dicono perfino ai residenti di rivolgersi a esse, e non alla polizia, per minimizzare la presenza dell’autorità di pubblica sicurezza nella zona. – BRÅ, il Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità.
L’esempio d’integrazione della “liberal” Svezia:
(…) Dal 2005, quando fu pubblicato l’ultimo di questi documenti, il BRÅ, che è responsabile delle statistiche sulla criminalità in Svezia, ha rifiutato di diffondere i dati sulla identità etnica dei criminali. Nondimeno, il quotidiano svedese Expressen ha di recente pubblicato un report secondo cui in 32 casi di stupro di gruppo andati in giudizio nel 2016 e nel 2017, 42 dei 43 stupratori erano migranti o figli di migranti; 32 erano nati all’estero e 10 in Svezia, con uno o entrambi i genitori nati all’estero. Gli uomini avevano in media 21 anni al momento del crimine, e 13 di loro avevano meno di 18 anni. (…)
E se hanno fallito loro…
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