Diritto all'oblio: che fare se Google dice no
Le Autorità europee al lavoro su criteri comuni per garantire il diritto all'oblio
Dopo la sentenza sul diritto all'oblio della Corte di Giustizia dell'UE del maggio di quest'anno che ha riconosciuto il diritto ad essere "de-indicizzati" dal motore di ricerca e ha imposto a Google di provvedere alle richieste degli utenti, le Autorità Ue Garanti della privacy hanno deciso di elaborare criteri comuni per gestire i ricorsi e i reclami presentati da utenti che si sono visti opporre un rifiuto da Mountain View.
La decisione è stata presa dai Garanti Ue nell'ultima riunione svoltasi il 16 e 17 settembre a Bruxelles.
In questo modo è stato compiuto, dunque, un primo passo in vista di un'armonizzazione dei criteri, procedurali e sostanziali, per gestire i casi in cui il motore di ricerca respinge una richiesta di deindicizzazione.
A Bruxelles le Autorità hanno ribadito che tutti i motori di ricerca devono adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte europea e hanno sottolineato di aver ricevuto negli ultimi mesi un buon numero di ricorsi a seguito del diniego opposto da Google.
Segno questo, a giudizio del Gruppo, che la questione dell' "oblio" e dei meccanismi per garantirlo è un'esigenza largamente sentita e condivisa da parte dei cittadini europei.
Le Autorità hanno concordato di costituire una rete di "punti di contatto" per scambiare rapidamente informazioni, e creare una tool box (una "scatola degli attrezzi") di criteri comuni per garantire un approccio coordinato nella gestione dei ricorsi e reclami presentati da utenti non soddisfatti della risposta fornita dai motori di ricerca.
A questo scopo, le Autorità hanno creato un database condiviso delle decisioni assunte man mano su questi ricorsi e reclami, ed hanno messo a punto uno schema di analisi di tali decisioni, in cui sono evidenziate le analogie o le differenze nelle valutazioni volta per volta effettuate, soprattutto rispetto a casi particolarmente complessi o caratterizzati da elementi di novità.
Hanno inoltre avviato incontri sia con rappresentanti dei motori di ricerca sia con rappresentanti degli editori e dei media online al fine di seguire da vicino la delicata fase di attuazione della sentenza.
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