(…) Quello che, invece, non va proprio giù al banchiere è il bail-in rivolto alle famiglie. «È stato un errore e se riescono a sanarlo sarà un fatto positivo», sottolinea a margine. Per poi rincarare la dose, durante il question time, davanti a una platea che lo interrompe più volte per applaudirlo: applicare la normativa sui salvataggi bancari ai risparmiatori privati «è stato un errore clamoroso, non doveva essere approvato in sede parlamentare. Io mi sarei incatenato davanti al Parlamento pur di non farlo passare», sottolinea ancora Messina. «Serve far funzionare il bail-in – aggiunge – solamente sugli investitori istituzionali perché sono consapevoli di quali rischi corrono». (…)

(fonte)

La domanda è: perchè non l’ha fatto? Forse perchè tanto ormai era tardi? Il principio del bail-in è entrato in vigore, nei paesi che avevano recepito la BRRD negli ordinamenti nazionali, dall’inizio di quest’anno. Fino a tutto lo scorso anno si applicava l’impianto generale della BRRD, ma col solo burden sharing (che avrebbe coinvolto nell’assorbimento delle perdite solo gli azionisti e i titolari di obbligazioni subordinate computabili nel capitale della banca). In Italia,  la finestra temporale per poter salvare una banca in crisi secondo la BRRD “leggera” (burden sharing anziché bail-in) andava dal 16 novembre 2015 (data di recepimento della BRRD nell’ordinamento italiano) al 31 dicembre. Prima del 16 novembre, l’unico strumento usabile, in caso di perdite o di irregolarità gravissime, sarebbe stata la liquidazione coatta amministrativa, che avrebbe chiuso definitivamente la banca in crisi e posto termine a ogni suo rapporto operativo (bancomat, sportelli, prestiti), con ogni tipo di clientela: depositanti, imprese e famiglie beneficiare di prestiti, eccetera. Dopo il 31 dicembre si sarebbe invece applicato il bail-in pieno.

ps – ricordatevi che il banchiere stava parlando di fronte ad una platea di sindacalisti….

By jvb