(…) I bancari mantengono ancora una peculiarità, rispetto per esempio all’industria: gli esodi sono stati tutti volontari, con il ricorso ai prepensionamenti e ad altre misure di flessibilità interna. Niente licenziamenti, niente cassa integrazione. [pullquote]”Non ci sono alternative: bisognerà ridursi e trasformarsi – dice Andrea Airoldi, senior partner della società di consulenza Roland Berger – da qui a dieci anni mi aspetto che le filiali siano meno della metà e anche molto del personale in rete e al centro adibito all’operatività sarà superfluo, sostituito da processi digitalizzati e da clienti sempre più indipendenti.[/pullquote]

Ma durerà? (…) Tutto su base volontaria e vogliamo continuare così. Ma a questo punto è necessario trovare nuove risorse per continuare a garantire la sostenibilità per i lavoratori delle inevitabili ristrutturazioni.(…) C’è una certa disponibilità nel governo; è possibile che il ricorso ai fondi pubblici sia intorno a 100-150 milioni (il costo medio annuo di un prepensionamento va dai 50 ai 65 mila euro). (…) Nei prossimi dieci anni le proiezioni più aggressive prevedono il dimezzamento in Italia del numero delle filiali e un forte snellimento dei dipendenti, superati entrambi dalla tecnologia sempre più pervasiva, dalla disintermediazione bancaria e dalla migrazione di interi settori di business verso altri operatori. (…)Siamo diventati lavoratori come tanti altri, pieni di preoccupazioni e con tanta incertezza sul posto di lavoro”(…) Di sicuro, serve un cambio culturale e di mentalità profondo. Intesa ad esempio nel piano al 2017 non ha fatto ricorso ad esuberi ma ha coinvolto 4.500 dipendenti in processi di riqualificazione e riconversione professionale (da attività a basso valore aggiunto a funzioni commerciali e di maggior rilevanza), aumento della flessibilità sul posto di lavoro (dall’orario al lavoro remoto al part time) e grossi investimenti nella formazione (oltre un miliardo di euro).(…) A Unicredit (5.640 esuberi al 2018, nel vecchio piano) hanno messo a punto il “Subito banca store”, attraverso cui si possono comprare tablet e biciclette: il prodotto acquistato arriva a casa, lo shopping avviene allo sportello (oppure online) e volendo c’è anche il finanziamento. (…)

Addio al mito del “posto in banca”: così il bancario cambia mestiere

Immagine: The Cripplegate

By jvb