Fa riflettere non poco la notizia contenuta nell’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero dell’Espresso: “L’italo-marocchino Nadir Benchorfi lo scorso dicembre è stato arrestato dalla Digos di Milano con l’accusa di progettare una strage in un centro commerciale di Sesto S. Giovanni, dove si era fatto assumere mentre già cercava armi”. Fa riflettere per più di un motivo . Primo perché questa strage sventata ci conferma che l’Italia rimane nel mirino dell’Isis. Secondo perché il presunto terrorista di Sesto S. Giovanni è per metà italiano e per metà marocchino, ciò vuol dire che, con ogni probabilità, ha la cittadinanza italiana e la cosa non può che presentare un suo rilevante significato politico in questi giorni in cui la maggioranza al Senato si appresta a varare lo Ius Soli, vale a dire l’automatica concessione della cittadinanza ai figli di genitori immigrati. Vale la pena ribadire che l’esercito dei potenziali terroristi in l’Italia appare minore rispetto ad altri Paesi come la Francia e la Gran Bretagna proprio perché da noi è possibile espellere un presunto terrorista dal momento che non si tratta , nella maggior parte dei casi, di un cittadino italiano: i terroristi che hanno fatto strage altrove erano invece cittadini di quei Paesi ed erano ben noti alle autorità. Un provvedimento di espulsione avrebbe probabilmente evitato tante stragi. (…)
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