Strage di Bologna, ora è scontro all’interno della Procura

 

Con la richiesta di avocazione delle indagini sulla così detta “pista dei mandanti” – elaborata da Paolo Bolognesi, deputato del Pd e presidente dell’Associazione familiari delle vittime del 2 agosto e per la quale ben cinque procuratori della Repubblica di Bologna avevano chiesto l’archiviazione -la Procura generale felsinea apre un inedito e clamoroso scontro tra magistrati sulla già grottesca vicenda giudiziaria della strage alla stazione di 38 anni or sono.

Adesso, la palla è tra i piedi di Francesca Zavaglia, giudice per le indagini preliminari a cui spetta il compito di stabilire i confini, anche temporali, della nuova inchiesta, ma i “rumors” del tribunale petroniano già dicono che saranno concessi nove mesi per la “nuova” inchiesta. Esulta Bolognesi, ovviamente, il quale aveva dovuto trangugiare mesi or sono il “rospo” della richiesta di archiviazione da parte della Procura ordinaria e che, invece, ora, “incassa” l’apparente, duplice vittoria del rinvio a giudizio di Cavallini – nella tranche secondaria dell’iniziativa posta in essere dall’Associazione – e del proseguimento delle indagini sul troncone principale. Peraltro, a Roma, pende anche un terzo segmento dell’iniziativa di Bolognesi, quella relativa ai presunti depistaggi e su cui i giudici della capitale non si sono ancora espressi.