Non ci credete che l’abbiano detto, eh? Ed invece è riportato nero su bianco nell’ultimo comunicato: valorizzare l’aspetto formativo del procedimento disciplinare.

Beh, forse potrebbe anche valere per i 178 colleghi che hanno ricevuto un “rimprovero”, non certo per il 22 licenziati ed i 161 sospesi. Quindi parlare di “training on the job” è quanto meno eccessivo.

La formazione in realtà dovrebbe essere a monte del procedimento stesso, dovrebbe cioè servire per evitare di arrivare a sanzionare il lavoratore. Mancata applicazione di norme di legge o interne spesso è conseguenza di una carenza di formazione. La formazione in aula, anche in periodi pre pandemia, è stata bannata per scegliere la via più rapida e meno onerosa – in termini economici – del training on line, con tutti i limiti che questa comporta. Zoom fatigue, assenza di un tutor a cui rivolgersi per approfondire o sviluppare concetti difficilmente assimilabili, scarsa motivazione, difficoltà a concentrarsi…, sono solo alcuni delle difficoltà che la formazione a distanza può generare. Non a caso è l’Azienda stessa che ha ribadito che spesso i colleghi mostrano una mancanza o un’approssimativa conoscenza delle norme che impediscano di arrivare a mettere in atto comportamenti sanzionabili. Ma una domanda UniCredit non se la pone? Se sono molti i colleghi in tale situazione, non sovviene un dubbio che la modalità di erogazione dei corsi mostri più di una lacuna?

Fantastico poi il riferimento alla violazione della privacy, quando sul rispetto della legge anche le aziende bancarie si sono mosse in un terreno piuttosto difficile. Sulla tematica ricordiamo il comunicato SALLCA-CUB e relativa interrogazione al Garante della privacy (Possibili violazioni delle normative della privacy nei controlli del green pass della clientela del settore credito). Attendiamo fiduciosi una risposta. Chissà che questa volta ad essere sanzionata non sia l’Azienda?

Comunicato lo si può leggere qui:

INCONTRO DEL 30.03.2022 SUI PROCEDIMENTI DISCIPLINARI

By Pigi