Tanti anni dopo, Pietra dirà a Fabrizio Bernini, autore del libro ‘Così uccidemmo il Duce’, pubblicato dalla Cdl Edizioni nel 1998: Scendevano in campo, fierissimamente, gli antifascisti dell’ultima ora, decisi a farsi vedere, a mettersi in bella vista in aiuto del vincitore. Questo spiega certi scoppi di furore, con l’ostentazione della crudeltà, che voleva essere ostentazione di zelo.
«Lo stesso ricordo ce l’ha consegnato Gianni Baldi,  militante socialista, nel libro “Clandestini a Milano”: Le strade della città sembravano essersi trasformate in un palcoscenico per l’esibizione della partigianeria, vera o fasulla che fosse… In quei giorni i partigiani erano spuntati copiosamente dappertutto, come i funghi dopo una notte di pioggia. Pareva che la forza della partigianeria si fosse raddoppiata, triplicata, per miracolo»

Tratto da “Il sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa

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