Elezioni a Meda, gli ambientalisti in campo con il candidato del Centrosinistra. E’ il titolo di un articolo (che potete leggere qui) pubblicato da Primamonza.it.  La causa ambientalista, fatta passare per uno degli asset ideologici della sinistra, mentre è quanto di più ascrivibile all’universo conservatore che vi possa essere.

L’ambientalismo è un tema (tornato) molto di moda (o se vogliamo di facciata) in questi mesi. Lo dimostra il tonfo dei verdi francesi alle elezioni presidenziali (sotto il 5%: il cambiamento climatico tema terrorista strombazzato in campagna elettorale ma lasciato clamorosamente tonfare dall’elettorato) fa molto ben sperare sul futuro (seppellimento) politico di parte della sinistra nostrana (Sala uber alles).

Sul tema dell’ambientalismo “di destra” (o meglio conservatore) mi hanno consigliato la lettura di un libro di Francesco GiubileiConservare la natura”, con un sottotitolo che esplicita senza equivoci il tema che affronta con perizia e persino fascino descrittivo: “Perché l’ambiente è un tema caro alla Destra e ai conservatori”.

Un libro che non mancherò di leggere. Dalle recensioni sembra sia un’opera il cui spessore autorizza a raccomandarne la lettura, tanto per l’attualità che lo ispira, quanto per la profondità dei concetti che elabora in un momento in cui soltanto chi è politicamente cieco e intellettualmente sprovveduto potrebbe liquidarlo con sufficienza.  In merito a quest’opera Gennaro Malgieri ha scritto un bell’articolo su Formiche.net (Perché conservare la natura è un tema caro alla destra. Malgieri legge Giubilei).

Se i conservatori, anche grazie alle opere di autori come Roger Scruton che ha dedicato importanti pagine al conservatorismo verde, sono riusciti a costruire una solida tradizione culturale alternativa all’ambientalismo ideologizzato di sinistra, l’ambientalismo liberale (salvo rare eccezioni) è pressoché sconosciuto nel nostro paese. La vulgata vuole che i liberali siano sostenitori di industriali e imprenditori senza scrupoli che distruggono il paesaggio costruendo fabbriche che inquinano ma la realtà è molto diversa. Esiste infatti un ambientalismo di matrice liberale che affonda le proprie radici nella difesa del diritto di proprietà coniugando le esigenze dell’economia con quelle dell’ambiente.

Nel suo Come pensare seriamente al pianeta, ripreso a stralci su The Imaginative Conservative, Scruton va a (ri)stabilire una correlazione tra conservatorismo e ambiente, arrivando ad affermare che l’unica cosa che ha senso è un ambientalismo conservatore. Scrive Scruton: «Quando si tratta di politica ambientale […] la cosa peggiore che può accadere è che prevalgano i movimenti di sinistra e i loro portavoce mobilitati. La cosa migliore è che la gente comune, motivata da oikofilia (amore e affetto per la “casa”, ndR) vecchio stile, dovrebbe offrirsi volontaria per localizzare il problema, e quindi provare a risolverlo. Se stanno perdendo l’abitudine di farlo, ciò è in parte dovuto al fatto che i governi, rispondendo a gruppi di pressione e attivisti, hanno progressivamente confiscato i doveri dei cittadini e li hanno riversati nel flusso della regolamentazione».

Ecco, questo è il punto. Che la gente si riappropri di un loro diritto/dovere e si mettano in prima linea in difesa dell’ambiente con gesti ed azioni e non più solo a parole o con slogan. Anche a #Meda. Anche tra i moderati. Dobbiamo recuperare un tema che è anche e soprattutto nostro!

Immagine: Destra.it

By aidos