Gerusalemme, aumentano i feriti. Tutti gli estremisti islamici contro Trump

Sono più di 104 i palestinesi rimasti feriti negli scontri esplosi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza tra soldati israeliani e manifestanti scesi in piazza per contestare la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi l’ambasciata di Washington. Lo rende noto la Mezzaluna Rossa. Gli scontri si sono registrati in Nablus, Tulkarm, Qalqiliya e a Jenin nel nord della Cisgiordania, a Ramallah e Gerusalemme nella zona centrale e a Betlemme e Hebron nel sud. Intanto contro Trump si schierano tutte le organizzazioni arabe estremiste: i miliziani somali di al-Shabab, legati ad al-Qaeda, hanno esortato tutti i musulmani a combattere contro gli Stati Uniti e contro Israele dopo l’annuncio del presidente americano. ”I nemici di Allah hanno dichiarato una nuova guerra contro i musulmani e contro i luoghi sacri nel Paese dei palestinesi oppressi”, recita un messaggio diffusa dalla radio gestita dai miliziani. ”L’unica opzione per i musulmani resta quella di combattere”, prosegue. Il Parlamento di Tobruk, nella Libia orientale, ha condannato la decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. ”La Camera dei rappresentanti condanna con forza l’annuncio del presidente Usa Donald Trump riguardo il riconoscimento di Gerusalemme occupata come capitale dell’entità sionista e lo spostamento dell’ambasciata del suo Paese nella Gerusalemme araba, in quanto questo viola tutte le convenzioni internazionali e gli sforzi per risolvere la questione palestinese”, si legge in un comunicato del Parlamento libico. “Un’aggressione sleale e maligna”. Così da parte sua il movimento sciita libanese Hezbollah ha definito la decisione degli Usa. Secondo il portavoce del movimento, Hassan Fadlallah, l’annuncio del presidente Donald Trump ha bloccato ogni possibilità di negoziato e ha rilanciato la “resistenza armata” come unico modo per restituire i diritti ai palestinesi. Fadlallah, riportano i media libanesi, ha sottolineato che la decisione Usa potrebbe avere “ripercussioni catastrofiche” sulla stabilità regionale e internazionale e ha invitato arabi e musulmani a “rispondere” in fretta.