Franceschini ci rifila la tassa sui telefoni

Nuova stangata da 200 milioni per chi acquista cellulari, pc o tablet. Il ministro promette: “Aggiornerò l’equo compenso. Faremo un tavolo con tutte le parti interessate e poi prenderò una decisione”

Roma – È proprio vero: il potere trasforma le persone. Non solo esteticamente, ma anche nell’intimo delle proprie convinzioni morali.

E il premier Matteo Renzi non fa eccezione a questa regola. Fintantoché il suo ruolo era quello del «Pierino» che tirava i calci negli stinchi ai rottamandi del Pd e del governo (i vari Enrico Letta e D’Alema) qualsiasi nuova tassa l’esecutivo intendesse varare veniva definita una «porcata». Ora che a Palazzo Chigi c’è lui in persona, il profilo è molto più basso anche in tema di tassazione. Poco importa, quindi, che 200 milioni possano essere spremuti da chi compra smartphone, tablet e personal computer.

Certo, a Renzi mettere la faccia su questioni che incidono in negativo sulle tasche dei consumatori non piace. Meglio mandare avanti qualcun altro e, in questo caso, l’ingrato compito è toccato al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il tema non è nuovo per il lettori del Giornale: si tratta dell’equo compenso dovuto alla Siae dai produttori di supporti digitali. In pratica quando si acquista un cellulare, un tablet, un pc o un altro supporto di memoria si paga dal 2009 una quota fissa alla società (statale) degli autori ed editori per le copie private (di canzoni, film, libri, ecc.) che su quel dispositivo verranno copiati. …continua…

(Immagine: technews.techfact.org)

By aidos