In Europa, si stima che più del 35% delle persone resti seduta per più di 7 ore al Giorno. Anche in Italia, tra la popolazione adulta che lavora, la sedentarietà è un comportamento diffuso, determinato dai lunghi periodi trascorsi in piedi o seduti, durante la giornata. I lavoratori che dichiarano di avere invece uno stile di vita attivo sono una minoranza, rispetto a chi è attivo solo in parte.

La sedentarietà è una condizione che può essere favorita dal tipo di lavoro svolto, ma può essere anche un’abitudine mantenuta nel tempo libero. I dati dicono inoltre che questo comportamento tocca i picchi più alti tra i 50 e i 69 anni, tra le donne, tra le persone che hanno un titolo di studio basso o assente, tra chi incontra molte difficoltà economiche, tra i cittadini stranieri e tra coloro che vivono nelle regioni del Sud.

La ricerca ha dimostrato che la sedentarietà rappresenta un fattore di rischio indipendentemente dai livelli di attività fisica praticati. Sedentarietà, scarsa attività fisica, scorretta alimentazione, abitudine al fumo, uso di alcool sono, infatti, riconosciuti come i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e metaboliche (come l’infarto, l’obesità, il diabete di tipo II) e delle malattie dell’apparato osseo e delle articolazioni (come l’osteoporosi e i disturbi muscolo scheletrici). La presenza di più fattori di rischio aumenta la proba bilità di sviluppare queste patologie negli anni.

Leggi qui la ricerca pubblicata da Dors (centro regionale di documentazione per la promozione della salute): L’attività fisica nei luoghi di lavoro: dalle raccomandazioni alla pratica.

Questo è il primo capitolo del manuale Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica nei luoghi di lavoro, un prodotto che la Regione Piemonte – con la Rete Attività fisica Piemonte e DoRS – ha realizzato, nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2013.

Leggi anche: Attività fisica nei luoghi di lavoro, raccomandazioni e pratica, volume DoRS
 

 

By jvb