Con il placet dei Sindacati.

Banche/ Abi: Gestione innovativa Risorse umane per crescita settore

In un contesto macroeconomico estremamente complesso, caratterizzato dal contagio della crisi fra le diverse economie, le banche italiane scontano un quadro di bassa redditività e la necessità di applicare regole di patrimonializzazione sempre più stringenti. A questo si aggiungono pesanti misure regolamentari che incidono sulla tradizionale attività di sostegno a famiglie e imprese, e un peggioramento dei livelli occupazionali. Innovare la gestione delle risorse umane diventa, così, una sfida determinante per definire la capacità delle banche di crescere e riposizionarsi sul mercato. Questi i temi discussi a Roma al settimo convegno annuale dell’Abi “HR2012 – banche e risorse umane: occupazione, sviluppo sostenibile solidarietà, generazionale”, aperto dal direttore generale, Giovanni Sabatini, e seguito da un panel di esperti di mercato del lavoro, guidati nel dibattito dal Responsabile della Direzione Sindacale e del Lavoro, Giancarlo Durante. Le banche stanno reagendo su vari fronti, tra i quali assume un’importanza decisiva il contratto nazionale di carattere straordinario dello scorso gennaio. Esso presenta – osserva l’Abi – una serie di punti qualificanti quali: una politica salariale compatibile con lo sforzo di ripresa del settore, il sostegno all’occupazione e la valorizzazione della solidarietà generazionale, l’adozione di misure per la crescita della produttività e competitività. L’Abi ricorda anche la costituzione del Fondo per l’occupazione, un nuovo strumento pensato per favorire la creazione di lavoro stabile, garantendo una riduzione dei costi per le imprese che procedono ad assunzioni a tempo indeterminato. “Tutto ciò grazie ad una capacità di relazioni sindacali mature che sono una risorsa fondamentale per le banche italiane: le Parti sociali hanno dato, da tempo, prova di essere in grado di trovare soluzioni condivise a problemi molto complessi“, spiega l’Abi. L’altro fronte su cui le banche stanno dando il loro pieno contributo è l’annunciata riforma del mercato del lavoro. È necessario “arrivare fino in fondo dando grande attenzione a formule di ingresso e di uscita dal lavoro, in linea con gli obiettivi di contenimento dei costi, di efficienza e di equilibrio. In particolare si può ancora agire per migliorare la flessibilità in entrata – con il fine di contrastare la “cattiva” occupazione – e rendere maggiormente adeguate le norme che regolano l’uscita dei lavoratori“.

(Via Virgilio.it)

By aidos