Penati, prescrizione definitiva: “Non ha mai rinunciato”. E ora vuole pure querelare

Via Qelsi by Riccardo Ghezzi

Filippo Penati l’aveva promesso: “Rinuncerò alla prescrizione“. Quando era ora di farlo, però, la difesa non ha formulato alcuna richiesta. Ecco perché oggi l’ex presidente della provincia di Milano, del Pd, si è visto respingere il ricorso avverso alla sentenza dello scorso 22 maggio scorso, data in cui il Tribunale di Monza aveva prosciolto Penati per intervenuta prescrizione.
Con un “aiutino”: quello della legge Severino, famosa anche per aver causato la decadenza da senatore di Berlusconi, che spacchettando il reato di concussione da quello di induzione alla corruzione ne ha ridotto i termini di prescrizione. Fosse toccato a Berlusconi, si sarebbe parlato di legge ad personam, ma tant’è.
Penati vede così cadere le accuse più pesanti nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti del cosiddetto “Sistema Sesto”. Un bel regalo, che l’esponente del Pd sembra però non voler accettare.
In fase di indagini preliminari, l’ex presidente della provincia di Milano aveva annunciato pubblicamente che avrebbe rinunciato alla prescrizione, specificando prima delle sentenza del 22 maggio che a richiedere la prescrizione erano stati i pm e non lui. La difesa aveva però facoltà di formalizzare la richiesta di rinuncia, ma non l’ha mai fatto.
Come ha ricordato il pg Giuseppe Volpe: “Anche nel momento clou, quando si doveva dichiarare cosa manifestare al tribunale, la difesa non ha espresso la sua decisione. Quindi la sentenza è stata resa correttamente ai sensi dell’articolo 129 del Codice di procedura penale“.
Inutile e tardivo il ricorso di Penati, annunciato sin dai minuti successivi alla sentenza del tribunale monzese: la sesta sezione penale della Cassazione l’ha ritenuto “inammissibile”, condannando contestualmente Penati al pagamento di 1.000 euro di spese processuali.
Una decisione che sembra dispiacere a Penati, nonostante la rinuncia promessa ma mai formalizzata: “Non rinuncio comunque a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti che mi sono stati contestati. Ho dato incarico ai miei avvocati di promuovere in sede civile tutte le iniziative giudiziarie atte a ristabilire la verità dei fatti, a tutela della mia onorabilità e citerò i miei accusatori per diffamazione“.
Troppo tardi, Penati. La prescrizione è ormai definitiva. Promessa non mantenuta.

(Immagine estranea a Qelsi. Fonte: hannibalector.altervista.org )

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