A quanto pare nella finanza italiana è assolutamente normale che le banche (salvo rare eccezioni) finanzino generosamente i loro amministratori. Nel 2011 le fabbrichette di Biasi avevano un’esposizione verso le banche per poco meno di 92 milioni di euro (70 dei quali in capo ad UniCredit).

Il piano di salvataggio a quanto pare procede a rilento, mentre il conflitto d’interessi a quanto pare continua a correre…nel silenzio (quasi) generale.

 

(…) Ecco perchè, secondo l’Espresso, Cariverona assieme ad altri azionisti starebbe tenendo d’occhio la possibilità di un’intesa con Mediobanca. Su questo punto, tuttavia, la “Sfinge” Biasi non esterna alcunchè. Nonostante sia legato al destino di Unicredit anche su un altro fronte: quello del gruppo Biasi, nel 2010 vicino al crak e messo quindi in liquidazione volontaria. Con l’impegno di restituire i prestiti alle banche, capofila proprio Unicredit, tramite un programma di cessioni che ad oggi risulta fermo.

La banca milanese è esposta per 38 milioni e nel frattempo ha concesso un altro prestito per 13,5 milioni ad un’altra società di Biasi, la Bim spa. Ecco quindi l’intreccio di interessi che vede la “Sfinge” partecipare ai negoziati per l’ad di Unicredit da un lato e trattare con la stessa banca per i finanziamenti alle aziende di famiglia dall’altro.

Biasi, la Sfinge di Verona

L’inamovibile ex presidente di Cariverona é ancora al centro del potere. Fra Unicredit e gli intrecci con le sue aziende

By jvb