L’Anpi stravolge persino le sentenze del Tribunale di Velletri. Inutile dire che della strage “rossa” nessuno pagò. Furono condannati per omicidio aggravato e continuato a pene tra i 24 ed i 30 anni. Scontarono 5 anni e nel 1957 la Corte d’appello di Roma estinse per amnistia i reati in quanto commessi in “lotta contro il fascismo”. Insomma, era guerra. Anche se la guerra, in realtà era già praticamente finita

(…) «Pietà per tutti, sicuramente» commenta l’ex sindaco di Oderzo, Giuseppe Covre, che in vario modo si è occupato di quella tragica vicenda «ma la verità va riconosciuta senza nascondere nulla, così come l’ha accertata il tribunale. Senza verità, infatti, non vi può essere riconciliazione, semmai sarà possibile». E nel caso di Oderzo questa non si è ancora verificata: «Chissà mai se sarà possibile». Don Romualdo ricorda bene la drammatica circostanza. Erano i giorni immediatamente successivi al 25 aprile 1945. Il Collegio Brandolini accoglieva un gran numero di ufficiali dell’esercito repubblichino. «I partigiani ci dissero che li avrebbero portati oltre il fiume Piave, dove sarebbero stati più sicuri. Li salutai in piazza, erano stipati sulle camionette, fra questi anche diversi ragazzi giuliani fuggiti dal regime di Tito» spiega monsignor Baldissera «venimmo a sapere che erano stati fucilati sul greto del Piave, solo uno si salvò. (…)

«Pietà per le vittime di allora e di oggi»

(Immagine: stragedioderzo.blogspot.com)

By aidos