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La crisi dei modelli progressisti

La crisi dei modelli progressisti sta mostrando la corda, ovunque in Occidente si stanno affermando movimenti e leader che parlano il linguaggio delle culture nazionali e delle tradizioni occidentali. La Brexit, la vittoria di Trump, la grande cavalcata di Hofer sconfitto in una battaglia all’ultimo voto nelle presidenziali austriache, l’avanzata delle forze antisistemiche in Italia, l’affermarsi del lepenismo -non solo in Francia- e la vittoria di Fillon alle primarie dei gollisti francesi, confermano una sorta di voglia di “tornare a casa” dei Popoli occidentali. Ma dov’è la casa? Probabilmente può risultare beffardo o – per i politicamente corretti – irrispettoso dirlo, ma la rinascita dell’Occidente dei valori profondi non può prescindere dall’ortodossia -in tutti i sensi- di quello che fu il grande nemico, “l’impero del male” di reganiana memoria: la Russia. Certo, c’è anche una piccola dose di provocatorietà nel dire che “il sole risorge ad est”, ma guardando con obiettività ai fatti degli ultimi anni, non si può non riconoscere alla Russia non solo il riacquistato ruolo di potenza politica e militare di primissimo piano, ma anche la centralità nella difesa dei valori tradizionali della cristianità per millenni alla base del sistema di valori dell’Occidente.

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Se il sole (dell’Occidente) risorge ad Est e dalla Russia di Putin

 

Immagine: giphy.com

By Tappo68