Il processo mediatico al sindaco di Amatrice è già iniziato. Un processo in piena regola. Tacciono i pm, ma parlano i giornali. Il Fatto, Repubblica, Il Messaggero…la macchina del fango si è messa in moto…L’Italia è un Paese dove l’ideologia prevale su tutto, anche sul dolore e sul buon senso.
(…) L’inchiesta (sul crollo della scuola – ndr ) è alle prime battute, ma l’ansia di dare in pasto un capro espiatorio si riversa sul sindaco del “boia chi molla” (un copione già scritto in Italia e a proposito di altre tragedie). Una cosa molto grave. Una cosa inaccettabile. Le categorie di destra e sinistra non dovrebbero entrare nella reazione di una collettività nazionale alla tragedia. Pirozzi non ha fatto nulla per farcele entrare. Ma la trappola ideologica si è messa lo stesso in movimento e lo sta accalappiando. Proprio lui che a nemmeno un’ora dalla prima scossa chiedeva in tv a gran voce i soccorsi per i suoi concittadini sotto le macerie, commuovendo magari quelli che ora sono pronti a scagliare la pietra. Questa storia è un ulteriore crollo, sia pur metaforico, della credibilità di un Paese incapace di portare il lutto unito per più di 24 ore. Fermatevi, finché siete in tempo. I morti di Amatrice non sono ancora stati sepolti. E ci sono troppi avvoltoi in circolazione. Troppi.
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