Tratto dal comunicato stampa delle OO.SS. in BNL:

“Infatti – prosegue la nota – molte sono state le difficoltà nel far pervenire il link per la partecipazione alle assemblee a distanza, pur previste da un accordo nazionale del settore. L’azienda sta organizzando delle task force di lavoratori interinali in forza presso alcuni uffici per sostituire gli scioperanti. Infine, impedisce, alle lavoratrici e ai lavoratori che ne fanno richiesta, di revocare la loro giornata di ferie del 27 dicembre per poter esercitare il diritto costituzionalmente garantito a scioperare, per poter partecipare alla legittima protesta contro i progetti aziendali”.

Nulla di nuovo dal fronte bancario. Vabbè che di questi tempi la “costituzione più bella del mondo” è poco più che carta straccia, però tutto ciò è preoccupante oltre che angosciante. E’ un classico. Ma se le aziende sono così sfrontate da mettere in atto queste (illecite) manovre – e lo fanno da numerosi lustri – è perchè i sindacABI abbaiano, abbaiano ma alla fine non azzannano.

E’ la stessa cosa che avvenne in UniCredit quando si scioperò contro le esternalizzazioni messe in atto dall’Azienda; il lavoro degli scioperanti fu affidato ad una pletora di consulenti etserni. Conseguenze? Nessuna. La clientela praticamente non si accorse neppure dello sciopero in atto e l’azienda risparmiò una giornata di paga, tanto i consulenti – che vivevano (vivono) in simbiosi coi lavoratori – erano già retribuiti con lauti contratti. E i sindacati che fecero? Un volantino. Punto. La piccata azione dei paladini del lavoro fu giusto quella. Come sempre, del resto.

By aidos