(…) Ma cosa vide Camus a Lunel, città di forte immigrazione araba? Leggiamo ne Le Grand Replacement (2012): «Un giorno rimasi stupefatto perché, nel giro di una generazione, la popolazione era completamente cambiata. Non era più lo stesso popolo d'un tempo ad affacciarsi alle finestre e camminare sui marciapiedi. Pur immerso nei luoghi della mia cultura e della mia civiltà, stavo passando in mezzo a un'altra cultura e un'altra civiltà. Non sapevo ancora che questa svolta fosse stata “abbellita” col termine ingannatore di multiculturalismo». La Grande Sostituzione consiste proprio in questo: rimpiazzare un popolo con un altro. L'immigrazione selvaggia cambia i rapporti demografici all'interno dei quartieri metropolitani e delle cittadine di provincia. Gli stranieri chiedono (e ottengono) la cittadinanza ma non intendono diventare francesi. Lo sono dal punto di vista formale ma non sostanziale. Di fatto conservano la propria lingua, i propri costumi e non si riconoscono nella cultura della nazione che li ospita. Il che dimostra che concedere la cittadinanza non conduce all'integrazione ma alla concezione di «popolo» come fatto puramente amministrativo. Questo processo ha una portata storica, secondo Camus si tratta di una autentica «contro-colonizzazione». L'impatto è avvertito soprattutto nelle banlieues ove regnano il malessere e la violenza. Porre un argine alla delinquenza è necessario ma il problema va oltre l'ordine pubblico. Le periferie sono anonime terre di nessuno e quindi di conquista.

(…)

Francia, stai attenta! Stanno sostituendo un popolo con un altro

By jvb