Un piccolo post di Di Emanuele Ricucci da leggere tutto d’un fiato:  Chi sono i giovani militanti del 2000?

(…) E i giovani italiani? Più comunitari dei loro padri, ma solo virtualmente, per necessità ribelli, insofferenti, pensano a dotarsi di un futuro certo, a lavorare per lavorare, a riempire il portfolio, capire il senso di una laurea, a non prender un bel calcio nel curriculum; a combattere per la creazione di una propria funzione ed identità sociale reale, in una visione alla “si salvi chi può”. La spinta individualistica è forte e quella collettivistica si rafforza di riflesso, unisce per parità di condizione, non più per un’immagine specifica del mondo che poggia su pilastri, su un determinato pacchetto valoriale, morale, etico, che poi va a confluire naturalmente in un contenitore con proprie idee e finalità. Ed ecco il “Je Suis”, recitato come un mantra dopo l’attentato di Parigi, ecco il fervore uniforme verso il referendum greco. Ecco la compattezza verso le minacce del terrorismo. Ecco l’insofferenza verso l’Europa, percepita come uno sbocco per uscire dalla propria terra, per concretizzare la strada verso il lavoro possibile.(…)

By aidos