Se per il Governo gli italiani sono evasori a prescindere (non a caso ha messo nero su bianco in un testo di Legge la necessità di ammonire e minacciare col tintinnio delle manette alcune categorie di lavoratori come commercianti, artigiani, Partite Iva, professionisti e lavoratori autonomi ) tanto da dover limitare l’uso del contante e obbligare a foraggiare le banche con conti correnti e carte di credito, in questo caso la proposta del Senatore Siri è più che sensata. Anzi, si renderebbe necessario calmierare i costi dei conti correnti in quanto servizio indispensabile (per legge!) ad ogni cittadino!

(…) Poiché esistono delle leggi che impongono la canalizzazione dello stipendio o della pensione sul conto corrente, e non si possono utilizzare somme in contanti oltre una certa cifra perché la legge stabilisce che altrimenti si tratta di riciclaggio, allora noi dobbiamo decidere se il conto corrente è un fatto privatistico, e allora nel mercato privato ciascuno può scegliere se aprire o meno un conto corrente, oppure se è un servizio di pubblica utilità. Io ritengo che sia di pubblica utilità, perché nessuno di noi ne può fare a meno, altrimenti diventiamo dei veri e propri apolidi finanziari.

(…)

E intanto sappiamo che i costi dei conti correnti stanno aumentando in media del 7,5%, arrivando a costare 86,90 euro l’anno…

Questa è un’altra assurdità, perché se lo Stato impone un obbligo ciascuno di noi dovrebbe poterlo onorare tranquillamente. Lo Stato non può dire che siamo obbligati ad avere un conto corrente e non mettere però dei paletti su quanto può costare. Considerando l’uso della carta di credito obbligatoria, perché non si possono più fare pagamenti in contanti oltre una certa soglia, e il conto corrente per addebiti e accrediti, siamo ormai a un costo extra che arriva anche a 200 euro all’anno a seconda dalle operazioni che si fanno. Lo trovo ingiusto. (…)

Tratto da:

Intervista al senatore Armando Siri: cosa prevede l’emendamento sulle banche

By aidos