Leggendo questo post di di Simone Rosti “Unicredit e i suoi record: fra esuberi e innovazione (per sopravvivere)” mi è tornata alla mente la celebre scena tratta dal film “non ci resta che piangere” con benigni e troisi: ricordati che devi morire!

Quello di Rosti è un bell’articolo, non c’è che dire; ben scritto e (quasi) altrettanto motivato. La stoccata alla politica però non mi convince, come anche qualche caduta di stile (tipo quando dice che non importa se famiglie perdono il lavoro perchè tanto “ci sono politiche sociali in merito oltre al fatto che i dipendenti bancari qualche tutela in più ce l’hanno“) che rende l’articolo un po’ stucchevole.

La politica nostrana di colpe ne ha ed anche parecchie. E molto più gravi del volersi preoccupare dell’unica banca di sistema italiana e di voler salvare l’occupazione (non certo per mero populismo – termine ormai che come il prezzemolo sta bene ovunque).

Dov’erano i politici (anzi dove sono!) quando Unicredit praticava il dumping sociale spostando attività all’estero, là dove il lavoro ha un costo minore? Dov’erano i politici quando #UniCredit siglava accordi con il Governo Rumeno per finanziare le loro univeristà e assumeva (e assume) centinaia di giovani informatici a scapito dei nostri giovani laureati?

Non solo, quanto è attribuibile a certi politici (di sinistra che all’epoca erano al Governo) l’intervento per salvare Capitalia avvenuto con un acquisto da parte di UniCredito Italiano Spa a prezzi (per successiva stessa ammissione di Mr. Profumo) ben al di sopra del reale valore?

Sicuramente Unicredit rappresenta un interesse nazionale e come tale è giusto che la politica se ne occupi. Ed anche in fretta.

Immagine fonte Pinterest

 

 

By aidos

One thought on “Bancari….morirete tutti (o quasi)!!! L’anatema è stato lanciato”
  1. Ho letto, riletto e riletto ancora l’articolo di Simone Rosti e devo concordare sul fatto che è ben scritto, ma dissentire sui contenuti e le conclusioni. Mi è parso zeppo di luoghi comuni ed inesattezze, come parlasse senza conoscere in maniera approfondita la materia.
    Dagli anni 70 le banche stanno cambiando e così come le conosciamo non esisteranno più! Perché, c’è forse qualche cosa che abbiamo conosciuto negli anni 70 ed oggi è uguale e lo sarà anche in futuro? A me non sembra proprio, tutto sta cambiando e tutto è cambiato dagli anni 70. In maniera rapidissima ed inesorabile.
    In pochi minuti si ottiene un prestito o si riesce ad aprire un conto corrente in autonomia senza nessuna interazione umana? Ma dove ?? Nelle pubblicità delle banche forse, ma la realtà è totalmente diversa. Ci provi il Sig Rosti ci provi, e poi ne parliamo.
    I siti di comparazione per gli acquisti esistono per qualsiasi cosa o servizio, dalle assicurazioni al paio di mutande, dalle auto alle lavatrici ovvio che ci siano anche per i servizi delle banche.
    Per quanto riguarda poi il concetto che il “controllo” esercitato dalla tecnologia è il prezzo da pagare per avere la “protezione” dall’aleatorietà umana che ha contribuito a distruggere molte banche, direi che è un concetto molto miope e superficiale. Vero, la malafede e la disonestà sono intrinseche dell’animo umano, ma nulla può sostituire il cervello umano quando si tratta per esempio di un’eventuale concessione di un credito ad una start up o ad un investimento che produrrà reddito solo dopo qualche anno, oppure dal rapporto di fiducia prettamente ed esclusivamente umano tra il bancario e il cliente. La tecnologia e i suoi parametri, che stabiliscono rigidamente ed asetticamente la concessione o meno di un credito possono essere parimenti distruttivi e negativi al pari dell’errore umano o della malafede.
    Costa meno la tecnologia però. Ed il problema è tutto qui, nulla di così illuminato.
    L’altro problema è che spesso le banche hanno dei manager inadeguati che commettono errori e disastri e quando succedono si riciclano in un’altra banca causando disastri ovunque vadano. Come il Sig. Profumo per esempio. Portato in palmo di mano dagli intellettuali di sinistra ma che non ne ha azzeccata una.
    Ecco dove dovrebbe intervenire la politica, non permettendo a chi ha fatto danni di continuare a farne intascando stipendi e buone uscite stratosferiche ad ogni giro di valzer!

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