È una novità non da poco la decisione di Matteo Salvini di eliminare il riferimento al nord dal logo della Lega.
Chiedetevi infatti se l’esito del referendum pro-autonomia del Veneto sarebbe stato lo stesso se il ripudio della parola “Nord” fosse stato annunciato prima e non dopo la consultazione. E poi provate ad immaginare quali equilibri politici interni ne sarebbero scaturiti: o Zaia gli avrebbe conteso la leadership in caso di vittoria o gli avrebbe addossato la responsabilità della sconfitta. In ogni caso, la Lega non sarebbe stata più la stessa. Una scelta, dunque, giustamente prudente quella di Salvini ma che ha bisogno di ulteriori, coerenti, passaggi se non vuol essere tacciata di tatticismo e di reticenza: il primo consiste nella cancellazione del riferimento all’«indipendenza della Padania» dallo statuto leghista; la seconda nel battersi per ripristinare in Costituzione il riferimento al Mezzogiorno, cancellato dalla sinistra nella sciagurata riforma del Titolo V del 2001.