Il fondo di PIETRO DEL RE estremamente condivisibile

Il riscatto e il ritorno d’immagine. La doppia vittoria di Al Shabaab

10 Maggio 2020 Il successo più inatteso di tutta l’impresa è stato l’adesione della cooperante all’Islam. Un colpo che li pone in posizione di primo piano nel network jihadista globale


Islamica e felice Silvia l’ingrata

Abbiamo pagato 4 milioni per salvarla, ma la volontaria è tornata con la divisa del nemico jihadista: “Mi sono convertita all’islam, è stata una scelta libera”

Siamo felici per lei, la sua famiglia, i suoi amici e complimenti ai nostri servizi segreti che hanno saputo dipanare con pazienza l’intricata matassa. Detto questo, vedere in diretta tv Silvia sbucare dal portellone dell’aereo di Stato che l’ha riportata in Italia velata e in perfetta divisa da donna islamica ci ha lasciato più che perplessi. Tra i simboli della cultura che l’ha rapita, segregata e venduta più volte come donna oggetto e oggetto di scambio e ricatto e la cultura che l’ha scovata e liberata dai suoi carcerieri e che ha pagato il riscatto (quattro milioni di euro), Silvia ha deciso di omaggiare la prima e di umiliare la seconda, che non solo l’ha ricevuta manco fosse un’eroina (non si capisce di cosa) ma ha fatto pure suonare a festa le campane della chiesa – ovviamente cattolica – del suo quartiere.

Libera ovviamente la ragazza di fare ciò che crede, libera di avere abbracciato in questo periodo, come pare sia successo, la religione islamica e mettiamo pure in conto la prostrazione psicologica cui è stata sottoposta. Ma proprio per questo, quel velo esibito suona come un insulto alle libertà delle donne e dell’Occidente. È come se un internato in un campo di concentramento tedesco fosse tornato a casa, ricevuto con tutti gli onori dal suo presidente del Consiglio, indossando orgogliosamente la divisa dell’esercito nazista. (….)




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By aidos