Non c’è che dire, il Governo ha lavorato bene instillando paura e terrore tra la popolazione e, soprattutto ora, creando false aspettative.

Anzichè concentrare gli sforzi sul fornire le cure adeguate a chi contrae il Covid (perchè dal virus si può guarire anche se non col protocollo Speranza “tachipirina e vigile attesa”) e tutelare maggiormente i soggetti più fragili, si opta per far ricadere l’onere della “difesa della salute” solamente sul singolo. Ci dicono che obbiettivo delle misure restrittive, ritenute necessarie per fronteggiare l’emergenza, è quello di tutela della salute intesa non solo come fondamentale diritto dell’individuo ma anche come interesse della collettività, ed è ritenuto preminente rispetto agli altri interessi sottesi alle varie norme costituzionali via via compresse. Fino a qui – almeno in parte – condivisibile.

Va da sè che dovremmo chiederci ma se la salute è un fondamentale diritto perchè non si possono denunciare i politici che negli ultimi vent’anni hanno dissipato il patrimonio del sistema sanitario nazionale? Riduzione dei servizi sanitari anzichè lotta agli sprechi. E perchè analoga difesa della salute non si può fare sul posto di lavoro, per esempio (da ex sindaclista ne ho viste di cose…)? E la lotta all’inquinamento (malessere che si stima generi più di 20.000 morti l’anno).

Tornando al caso del virus cinese, qual’è la risposta fornita dal “Governo dei migliori”?

Il “lasciapassare” (in perfetto stile anni ’30).

Ed è pure raffazzonato, mischiando “pere” con “mele”. I requisiti fondamentali del “lasciapassare” sono: il completamento del ciclo di vaccinazione contro il Covid-19 o l’aver ottenuto risultati negativi al tampone molecolare (eseguito nelle ultime 48/72 ore).

Ma il vaccino si assume per una tutela individuale, per tutelare se stessi, non gli altri. Tanto è vero che il vaccinato non può riprendere una vita “normale”: deve adottare tutte le misure di prevenzione come un qualsiasi altro cittadino. Egli può infettarsi (con molta probabilità in forma più lieve) e può comunque essere vettore di contagio.

Il tampone serve per sapere se in quel dato momento sei soggetto portatore di virus.

Quindi perchè un vaccinato potrebbe accedere ad un ristorante e un non vaccinato no? Entrambi potrebbero essere – in quel momento – untori inconsapevoli.

Si dirà che un vaccinato ha minori possibilità di contrarre il virus…vero, almeno in parte. Non è una certezza, ma una probabilità, che può riguardare all’incirca il 10 per cento di coloro che sono stati immunizzati con un vaccino a mRna e una quota compresa tra il 30 e il 40 per cento delle persone che avranno ricevuto la doppia dose del vaccino sviluppato da AstraZeneca (fonte fondazione veronesi). 

Inoltre è cerdenza comune che chi si vaccina non si ammala; vedo tra soggetti vaccinati che conosco, comportamenti non più in linea con una prevenzione dalla malattia. Qualche settimana fa per esempio, al bar è entrato un signore già attempato senza mascherina. Scusandosi ha dichiarato” tanto sono vaccinato”. Non è la norma certo, ma ci andiamo vicini…

Ormai ci hanno instillato una paura della morte così forte che abbiamo rinunciato a vivere, ed a tutelare la nostra libertà. I burocrati UE ed i nostri governanti hanno capito che con una sana dose di terrore possono ottenere da noi tutto.

Oggi è il Covid, domani potra essere qualsiasi cosa… è di questo che dovremmo avere paura!

(…) In Italia, il 79% dei cittadini ritiene sia giusto richiedere il passaporto vaccinale ai viaggiatori che arrivano nel proprio Paese, il 72% concorda sul fatto che i grandi luoghi pubblici (ad esempio negli stadi per partite e concerti) dovrebbero richiederlo. Il 57% degli italiani, inoltre, ritiene che soltanto le persone vaccinate contro il Covid-19 dovrebbero svolgere attività che coinvolgono grandi gruppi di persone, ad esempio i mezzi pubblici, o gli eventi culturali e sportivi.

L’85% non ha problemi a consentire al medico l’accesso ai propri dati sanitari e ai registri delle vaccinazioni, il 54% al Governo e il 47% con altri Paesi UE. il 62% anche al datore di lavoro. Il 60% ritiene che il green pass Covid dovrebbe essere richiesto anche per negozi, ristoranti e uffici. In generale, lo si dovrebbe usare almeno fino a fine anno per il 30% degli italiani. In generale, per 72% sarà uno strumento ampiamente utilizzato nel Paese entro fine anno. (…)

Tratto da : Passaporto Covid: italiani favorevoli anche per negozi, ristoranti e uffici

By Pigi