…che trasforma la forma in sostanza, anche perché di “sostanza” non ce n’è!

2014-08-15_070623

Via Magdi Cristiano Allam

È VIETATO L’USO DELLA PAROLA “VU CUMPRA'”? RENZI, BOLDRINI E KYENGE CONDANNANO ALFANO
L’11 agosto il ministro dell’Interno Alfano, presentando la direttiva contro l’abusivismo sulle spiagge aveva detto: “Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu’ cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione”.
Richiestogli se fosse corretto l’uso della parola “vu cumprà” da parte del ministro dell’Interno, il capo del Governo Renzi ha risposto: “Per me no. Io non l’avrei utilizzato».
Netta la condanna da parte del presidente della Camera Laura Boldrini. In un messaggio su Facebook spiega: “In politica, come nell’informazione, la forma è sostanza e le parole non sono mai neutre. Il livello di coesione di una società dipende anche dall’uso corretto e responsabile delle parole. L’opinione pubblica forma le proprie convinzioni soprattutto attraverso i media e le posizioni espresse da chi svolge ruoli politico-istituzionali. Usare un termine anziché un altro non è quindi un dettaglio. È decidere come declinare un concetto, una condizione e, di conseguenza, anche quali stati d’animo suscitare nelle persone. Per questo una delle cose che ho fatto con più convinzione nella mia precedente attività, è aver contributo alla nascita della Carta di Roma, il protocollo per un’informazione corretta su migranti e rifugiati”.
Durissima la condanna dell’ex ministro dell’Integrazione e attuale europarlamentare Cècile Kyenge. “Sono parole intollerabili al bar, figuriamoci in bocca a un vicepremier e ministro della Repubblica che dovrebbe dare il buon esempio”, ha detto in un’intervista a La Repubblica, “Sono incredula, chi riveste una carica istituzionale deve rendersi conto che è un educatore, stare attento a quello che dice”.
Infine Alfano si è così difeso: “Nelle mie parole non c’era nessun connotato razzista. Ho sentito invece editoriali dal sapore nauseante dell’ipocrisia. Noi difendiamo il brand Italia, il made in Italy, dalla contraffazione, altrimenti avremo punito gli imprenditori italiani che pagano le tasse. Bisogna dire “venditori abusivi irregolari extracomunitari presso le spiagge”? Valga per gli ipocriti questa espressione».
Io sto con Alfano. Censurare la parola “vu cumprà”, che nel gergo popolare indica direttamente il venditore di prodotti contraffatti sulle nostre spiagge, sottintende in realtà la volontà di legalizzare una realtà illegale. In un’Italia che ha bandito l’uso della parola “clandestino” e di fatto ha legalizzato la clandestinità, io mi schiero contro il “politicamente corretto” e per la salvaguardia dell’interesse primario degli italiani: basta vu cumprà, basta clandestini, basta ipocrisie!

By aidos