Disorganizzazione, burocrazia degna del “ministero complicazione affari semplici” e non ultimo una buona dose di menefreghismo. E poi Unicredit sarebbe quello certificato “Top Employers Europe” per le sue eccellenti condizioni di lavoro offerte ai dipendenti?
Dal sito UniCredit:
Tiriamo fuori il meglio dalle nostre persone
Le persone sono la nostra più grande risorsa, perché valorizzano la nostra comunità con le loro diverse esperienze, attitudini e prospettive. Crediamo che il benessere dei colleghi abbia un impatto positivo sui clienti e sulla comunità in cui operiamo.
Per questa ragione, il nostro obiettivo è tirare fuori il meglio dalle persone offrendo loro un ambiente amichevole e di supporto. Per noi è importante trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, grazie a soluzioni pratiche e innovative come part-time, orario flessibile e smart working. Tutto ciò per permetterti di dare il meglio sia professionalmente che personalmente,
Perché dietro ognuno di noi c’è molto di più che solo un collega.
Il comunicato sindacale:
Smart anch’io! No tu no! Ma perché? Perché no!! (lo dice la Capogruppo)
In questi mesi abbiamo registrato, come Organizzazioni Sindacali di Unicredit Services, l’incomprensibile posizione assunta dalla Capogruppo che impedisce, alle Lavoratrici/tori che hanno già in dotazione il PC portatile e il collegamento VPN (quindi senza problemi organizzativi o di costo), la possibilità di usufruire del Flexible Working (nuova denominazione del progetto Smart Working).
Ricordiamo che tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, prevista e regolamentata da uno specifico accordo negoziato con le OO.SS., è stata più volte evidenziata, proprio da Unicredit, come una grande opportunità per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e, quindi, come segno distintivo della grande attenzione che il Gruppo ha nei confronti dei propri dipendenti, vantando, anche sul portale, riconoscimenti internazionali per essere una delle migliori aziende nelle quali lavorare.
Le ragioni di tale rifiuto sono oscure e incomprensibili, soprattutto se agli stessi dipendenti cui viene negato il Flexible Working, l’Azienda richiede poi di collegarsi da casa per risolvere problemi tecnici o monitorare le attività, in qualsiasi momento e ora della settimana. Ancora più incomprensibile se la richiesta arriva dai colleghi di Unicredit Services, dove il Flexible working è nato come pilota ed è operativo da anni … negli stessi uffici dove potrebbe venir concesso nell’immediato. Questa situazione crea barriere e divisioni tra Lavoratrici/tori, poiché a causa delle continue riorganizzazioni in tutti i Poli, vi sono, negli stessi uffici e per le stesse attività, colleghi autorizzati al Flexible Work e altri no ed è evidente che questa situazione viene vissuta come un’ingiusta discriminazione.
A fronte di tutto ciò l’unica spiegazione dataci è che il Progetto è in mano alla Capogruppo, la quale “procede per piazze!“ e non è possibile neppure sapere se vi è e quale sia il piano temporale di rilascio.
Crediamo che questa rigidità serva solo a complicare questioni semplici che potrebbero essere risolte in tempi brevi e con soddisfazione reciproca, senza buon senso si ottiene solo la demotivazione delle Lavoratrici/tori e non si rende Unicredit Services il “Best place to work”.
Riteniamo prioritario e non più derogabile sbloccare questa situazione, consentendo da subito l’applicazione del Flexible Work in tutti i Poli e per tutte le attività per le quali è possibile questa modalità di lavoro.
Le Segreterie di Coordinamento delle OO.SS. di Unicredit Services
FABI- FIRST/CISL- FISAC/CGIL- UILCA/UIL- UNISIN
Milano, 5 febbraio 2019