Il mantra è sempre lo stesso: socializziamo le perdite per difendere l’occupazione. La difesa dell’occupazione ci stà, è un dovere da parte del sindacato, anche se troppo spesso le OO.SS. si sono ridotte a mere esecutrici delle disposizioni poste dall’Azienda (vedasi per esempio #UniCredit: anche ai sindacati comincia a venire qualche dubbio sul loro ruolo? Ma è così da anni…), però occorre sempre chiedersi se il progetto industriale crea valore (e quindi tutela dell’occupazione) oppure diventa mero assistenzialismo (e quindi destinato a disgregare ricchezza e moltiplicare i problemi occupazionali … abbiamo già vissuto una situazione con l’acquisizione di Capitalia, mi auguro non ce ne sia una seconda…).

Riprendendo le parole di Carlo Alberto Carnevale Maffè, economista della Bocconi e saggista, sulla fusione UniCredit/MPS riferendosi a Mustier aveva detto:

(…) Le fusioni fatte per forza, per mano politica, non hanno mai portato bene a nessuno e lui forse lo aveva capito. C’è una ragione industriale di fondo: per una grande banca comprare un’altra banca pura, con filiali, non ha molto senso. Non credo che l’ostacolo fossero le perdite di Mps, semplicemente l’acquisto del Monte non aggiungerebbe nulla in termini di valore a Unicredit. Questo Mustier lo sapeva fin troppo bene. (…)

Intanto importanti azionisti italiani di UniCredit e di Mediobanca, come Leonardo Del Vecchio, non vedono di buon occhio l’integrazione con Montepaschi.

Dopo l’occupazione da parte della politica della Banca Popolare di Bari (altra azienda da salvare), c’è da sperare che questa non diventi la “tossina” che destabilizzerà anche #UniCredit…e con il benestare dei sindacati!

Mps, i sindacati all’attacco: “Del Vecchio frena la fusione con UniCredit”

By Pigi