Francia, “l’aspirante repubblica islamica”
- In un Paese che difendeva la libertà di espressione, l’autocensura esonda.
- “Negli ultimi cinque anni sono andata alla stazione di polizia ogni mese per presentare una denuncia per minacce di morte, non per insulti, minacce di morte.” – Marika Bret, giornalista di Charlie Hebdo, 8 gennaio 2020.
- “Più nessuno osa pubblicare caricature di Maometto. L’autocensura prevale. (…) Le espressioni di odio vengono dirette contro quelli che resistono all’oscurantismo e non contro quest’ultimo. Per non parlare della psichiatrizzazione del terrorismo per scagionare meglio l’Islam. Se agli inizi degli anni Duemila ci avessero detto che una ventina di vignettisti e intellettuali francesi avrebbe dovuto vivere sotto scorta, nessuno ci avrebbe creduto.” – Pascal Bruckner, saggista.
- Una donna ebrea, Sarah Hariri, è stata torturata e uccisa nel suo appartamento di Parigi dal suo vicino di casa, Kobili Traoré, al grido di “Allahu Akbar”. Una corte d’appello ha di recente stabilito che l’uomo “non è penalmente responsabile” delle sue azioni. Come ha dichiarato il rabbino capo di Francia, rav Haim Korsia, è una “licenza per uccidere gli ebrei”.
“Cinque anni dopo gli omicidi di Charlie Hebdo e Hyper Casher, la Francia ha imparato a convivere con la minaccia islamista”, scrive Yves Thréard, vicedirettore del quotidiano Le Figaro.
“Non passa mese (…) senza che un attacco abbia luogo sul nostro suolo al grido di ‘Allahu Akbar’. (…) Ma che senso ha combattere contro gli effetti dell’islamismo se non affrontiamo le origini di questa ideologia della morte? Eppure, su questo fronte, la negazione continua a competere con l’ingenuità. In cinque anni non è cambiato nulla. Al contrario!
“In nome della diversità, della non discriminazione e dei diritti umani, la Francia sta venendo a patti con molti dei colpi inferti alla sua cultura e alla sua storia. (…) Gli islamisti sono un problema delicato. Continuano la lotta che, anche senza armi, ha tutto il fascino di una guerra di civiltà. Il famoso ‘spirito di Charlie’, che alcuni pensavano di aver visto esplodere dopo gli attacchi del gennaio 2015, non sarà stato altro che un’illusione?”
Immagine: Il Gazzettino