Un preoccupante comunicato sul tema delle esternalizzazioni nel Gruppo Unicredit.

UniCredit: addio sonni tranquilli

Durante l’incontro tenutosi all’inizio dell’anno da Ubis con le Organizzazioni Sindacali firmatarie, l’Azienda aveva tranquillizzato i sindacalisti circa i progetti d’esternalizzazione. Ubis si era affrettata a comunicare la fine del progetto Newton e l’avvento di un periodo di bonaccia, fatto salvo poi inserire una postilla “salvo iniziative previste nel piano industriale Unicredit ed il passaggio in capogruppo delle funzioni di gestione dei processi di outsourcing”.

Detto, fatto; ed ecco spuntare a tempo di record il “GOG”. Il Group Outsourcing Governance (“GOG”) è quella struttura organizzativa di Capogruppo che ha tra le sue funzioni quelle di individuare le strategie sull‘outsourcing e/o insourcing (inteso sia come extra e infra Gruppo) più idonee a supportare le complessive strategie del Gruppo espresse nel Piano Industriale(…) in collaborazione con “Business Transformation (BT)” per le iniziative di internalizzazione relative al perimetro italiano.

Una volta definito il Piano Industriale, il GOG procede alla individuazione delle strategie sull’outsourcing e/o insourcing più idonee alla realizzazione dello stesso.

E tutto ciò è messo nero su bianco nell’ OdS n° 798 dello scorso Febbraio.

La policy di Gruppo sulla delicata materia delle esternalizzazioni ha lo scopo di definire principi e regole per la determinazione e la gestione degli accordi di “outsourcing” in ottemperanza alle leggi ed ai regolamenti vigenti; e specifica le strategie e le metodologie inerenti questi processi con l’indicazione degli elementi che si devono prendere in considerazione per decidere se una cessione di servizi s’ha da fare (consistenti risparmi economici, ricavi derivanti dalla fornitura di servizi a società terze (cosiddetti extra captive), miglioramento della qualità dei servizi…..).

Non solo, si dice che si potrà esternalizzare di tutto, fatto salvo ciò che la Legge definisce come compiti specifici degli organi aziendali; quindi l’esecuzione, in tutto o in parte, di processi, servizi o attività su base continuativa/ripetitiva che rientrano tra quelli normalmente svolte da una banca o società finanziaria (ivi inclusi i servizi ICT ed il trattamento del contante). Come detto, si può esternalizzare pressoché l’intera attività del Gruppo.

Anche la sub-esternalizzazione, ovvero l’esternalizzazione degli esternalizzati, non è un problema nè un rischio per Unicredit; l’importante è che i servizi costino sempre di meno! Ed in fondo Unicredit non poteva fare altrimenti visto che la sub-esternalizzazione è già una pratica: pensiamo ai servizi ceduti a VTS (la New.Co. realizzata da Unicredit con IBM) che sono già stati a loro volta allocati ad AT&T (multinazionale americana dei servizi telefonici che opera a fianco di IBM). Come tutto ciò si concretizzi in un risparmio per UniCredit rimane un mistero.

Ma la ciliegina sulla torta è l’attenzione dedicata alla exit strategy. Poiché errare è umano, e le numerosissime cause pendenti in tribunale per le più disparate tematiche (derivati, frode, usura, evasione fiscale, giusto per citarne alcune) stanno li a ricordarcelo, Unicredit ha deciso di fare proprio il detto “meglio prevenire che curare”.

Prima di procedere con la cessione all’esterno di attività occorrerà perciò definire una dettagliata descrizione delle attività da svolgere in caso di risoluzione contrattuale che potrà portare ad una re-internalizzare delle attività esternalizzate o ad una loro assegnazione ad altro Fornitore.

Insomma, a farci passare sonni agitati non bastavano le notizie che circolano e che ci dicono di un aumento dei costi dopo i processi d’esternalizzazione fin qui avviati (RadioServa dichiara che VTS stia fatturando addirittura servizi che non ha in gestione!) insieme all’impatto negativo dei rischi operativi (per VTS per esempio si parla di quasi 30 milioni di Euro!). Ci voleva anche questa comunicazione di Unicredit.

Diventerà prioritario perciò definire una politica di tutela dei lavoratori con “clausole di rientro” non fallimentari come quelle oggi definite perché questa Azienda non ha intenzione di fermare il processo di outsourcing.

Non credano i colleghi della Rete di essere immuni da questi scempi. Già dal 2010 UniCredit ha aperto in Repubblica Ceca Agenzie in franchising, ovvero possedute e gestite in modo misto (ed eventualmente maggioritario) da investitori e titolari non bancari e non appartenenti al Gruppo, col marchio UniCredit, ma con i rapporti di lavoro non in capo all'Azienda.

Considerando che analoga iniziativa è presente nella bozza di piattaforma redatta dall’ABI per il rinnovo contratto nazionale e che la strategia commerciale Retail di UniCredit sembra ormai saldamente imperniata su attrezzi ginnici, elettronica, stoviglie ed elettrodomestici, non è improponibile pensare che un dipendente UniCredit si trovi all'improvviso, e senza essersi spostato di un passo, a lavorare all'Unieuro.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo UniCredit

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cicl in o. 10-4-2014

 

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By jvb

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