Paolo Cederle parla di Ubis dalle pagine del sito di McKinsey in una lunga intervista pubblicata lo scorso settembre e disegna un’Azienda che non c’è più. L’amministratore delegato  nelle sue dissertazioni si mostra attento a delineare, seppur conscio di qualche criticità, un quadro a dir poco idilliaco; evidentemente il nostro CEO non è avvezzo a girare per i corridoi degli stabili di Ubis e non riesce a cogliere i malumori dei lavoratori.

Nell’intervista non c’è nessun accenno alle procedure di cessione in atto da più di un anno. E’ come se questa intervista fosse stata fatta in un altro tempo ed in un altro luogo; e McKinsey a questo”gioco” ben si presta non ponendo mai domande sulla valenza e funzione di questi scorpori.

Cederle dice che sta lavorando , in tandem con le divisioni di business della banca,  per migliorare la profittabilità del Gruppo; cosa che per noi si traduce in una semplice parola: riduzione dei costi. L’obiettivo è quello più volte dichiarato; ridurre i costi di circa un sesto entro il 2015 agendo su sei pilastri : flessibilità, agilità , time to market , innovazione , trasparenza ed efficienza.

L’obiettivo è quello di generare valore per UniCredit Group , riducendo ulteriormente i costi e integrando la parte di servizi per supportare al meglio il business  nello sviluppo di soluzioni a beneficio dei nostri clienti finali.[banner network=”adsense” type=”default”]

Nel disegno illustrato da Cederle l’importanza dell’Area IT è fondamentale e viene proposta come se  fosse ancora parte integrante di Ubis. L’ICT integrata è la base per lo sviluppo delle operazioni di tutte le linee di business. Ubis deve perciò definire le linee guida , stabilire l’architettura ICT e principi operativi  ed attuare il controllo nelle sue diverse aree. In questo modo abbiamo la certezza che le linee di business stanno lavorando tutte nella stessa direzione e sfruttando i migliori standard ed esperienze pur agendo con molta autonomia e specializzazione, giorno per giorno .

Ma che cosa ha raggiunto finora Ubis? Secondo Cederle siamo ormai focalizzati sul cliente e siamo più veloci e  flessibili nel reagire ai cambiamenti del mercato. Stiamo inoltre agendo sui costi; siamo riusciti a battere gli impegnativi obiettivi di costo 2012 che UniCredit aveva fissato per Ubis. Un terzo risultato è che abbiamo mosso i primi passi nella costruzione di un’organizzazione in cui la distinzione tra le operazioni IT sta scomparendo e le persone, pur avendo ancora competenze diverse, stanno cominciando a condividere lavoro e informazioni.

Ma tutto ciò come si integra con le esternalizzazioni in atto? Non è dato sapere.

Ciò nonostante, per il nostro CEO esiste ancora una sfida da portare avanti; che non è quella di dimostrare ai lavoratori che non sono “chair à canon”  da sacrificare sull’altare della profittabilità e del business, ma un asset, un valore per l’Azienda; un punto su cui investire piuttosto che dismettere. Per il CEO la battaglia non ancora vinta è invece quella di far comprendere – ed accettare – a tutti i dipendenti di Ubis i sei dogmi, pardon, “pilastri” della trasformazione. E Cederle dice di più: ora abbiamo bisogno di aiutare ogni dipendente ad interiorizzare il pensiero, la filosofia, che vi è in UniCredit Business Integrated Solutions in modo che ogni persona possa applicare questi concetti quotidianamente.

Siete avvisati…

Qui la versione integrale dell’intervista

(Immagine: Imgfave.com )

By jvb