Scritta minacciosa sui muri della ex BPM di #Monza. Le “minacce” rivolte da ignoti non sono una novità di questi tempi. Stress legato alla quarantena e alle difficoltà economiche, unitamente al caos ed alla confusione messa in campo dal Governo possono minare la stabilità emotiva di molti. Peccato che a farne le spese sia come sempre l’anello più debole della catena: quello dei lavoratori. I bancari diventano il capro espiatorio delle colpe altrui (Governo, ABI, Banchieri…).

Come giustamente afferma un sindacalista: “I bancari non c’entrano nulla, l’aspettativa creata dai decreti dello Stato è troppa. Noi cerchiamo di spiegare quali sono le condizioni per ottenere un prestito, ma non è semplice accettare che a volte non ci sono le condizioni.”

Violenze e aggressioni verbali, minacce, offese, insulti, soprusi, sputi, vetrine prese a sassate e persino ruote delle autovetture bucate. Senza dimenticare i (per fortuna) finti pacchi bomba.

Questi comportamenti rappresentano non solo un attacco alla tenuta sociale del Paese, ma anche un colpo inferto alla salute dei lavoratori delle aziende di credito. Lo stress è già elevato per le difficoltà di dover lavorare in ambienti che non possono, malgrado gli accorgimenti presi, garantire il rischio zero da contagio. Senza contare le pressioni commerciali che malgrado la situazione sono sempre latenti con qualche (ir)responsabile che ripete il mantra di “cogliere l’opportunità del momento”.

Ora, alle limitazioni poste dalla situazione generale si aggiunge ulteriore stress.

Ci chiediamo: politici, ministro Luciana Lamorgese e ai Prefetti dove siete?

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By aidos