Sei antifascista? Ecco il certificato. La legge Fiano continua a fare danni…

martedì 26 dicembre 2017 – 18:43

L’idea è semplice: non si dà per scontato che tutti siano antifascisti, chi lo è davvero deve dichiararlo, deve metterlo per iscritti, chiedere di essere inserito in un’aangrafe dei “buoni” che prima o poi consentirà di creare anche la “lista nera” dei cattivi, quelli che semplicemente si rifiutano di dichiarare la propria appartanenza a una delle due fazioni. L’ultima conseguenza assurda del principio stabilito dalla legge Fiano, sul reato di apologia delle nostalgie fasciste, è l’iniziativa del comune di Stazzema, lanciata per voce del suo sindaco, Maurizio Verona, che annuncia la creazione di una  anagrafe degli antifascisti in Italia “per combattere il diffondersi di episodi di intolleranza, di rievocazione dei totalitarismi dello scorso secolo, che fecero della violenza lo strumento di affermazione contro oppositori politici, minoranze etniche e religiose”.

Secondo il primo cittadino di Stazzema, potranno aderire tutti coloro che sottoscriveranno i principi della Carta che verrà predisposta nei prossimi giorni e che sarà attiva dal prossimo anno. Maurizio Verona nei prossimi giorni contatterà le massime cariche dello Stato per chiedere loro di aderire a questo Comune virtuale che va oltre i confini territoriali perché, spiega il Sindaco di Stazzema, far parte di questa anagrafe significa impegnarsi per la libertà di tutti di esprimere il proprio pensiero, di esprimere le proprie confessioni religiose, di credere nella eguaglianza davanti alla legge ed impegnarsi per difendere questi principi.  “L’esposizione in stadi e palazzetti dell’effigie di Hitler, le bandiere fasciste sventolate vicino ai luoghi degli anni eccidi, ricordo quella sul monte vicino Vinca, ma anche quella a Seravezza vicino al ponte del Pratale, il saluto romano allo stadio di Marzabotto, la crescita dei partiti xenofobi e neofascisti in tutta Italia, impongono una azione di memoria e di conoscenza dei fatti tragici del 1944, che si ripetono anche oggi un po’ in tutto il mondo. Vogliamo diventare il Comune più grande d’Italia con la semplice sottoscrizione di alcuni valori. Non lasciamo patenti di antifascismo, ma vogliamo coinvolgere tutti in un impegno”. No, non è una patente, ma un certificato sì. Nel segno della distensione degli animi e della pacifica convivenza delle idee. Si fa per dire…