Milano, call center Sitel delocalizzato in Serbia: 150 lavoratori licenziati

Dal 2003 l'azienda gestiva l'assistenza clienti di Toshiba, Hp, Bosch. Ma nel "centro multilingue" di Belgrado gli stipendi sono di 400 euro al mese invece di 1.200. Gli ex dipendenti annunciano una protesta su facebook.

Contratto a tempo indeterminato a 35 anni, stipendio sicuro di 1200 euro netti al mese e un posto di lavoro in uno dei call center più conosciuti: un sogno per molti e che dal 2003 è stata realtà per i 200 lavoratori della sede milanese Sitel Italia Srl. Fino alla comunicazione giunta poco fa dai vertici dell’azienda: si chiude in Italia e si apre in Serbia, tutti licenziati.

La Sitel, nata in Spagna e con ramificazioni in tutta Europa, chiude gli uffici di Milano lasciando a casa quasi duecento operatori che per più di dieci anni si sono occupati dell’assistenza telefonica di prodotti elettronici: computer, stampanti, telefoni. Una forza lavorativa altamente qualificata che però all’azienda costa troppo. Motivo per cui tutte le commesse italiane sono state passate a un centro multilingue dell’Europa dell’Est dove la retribuzione mensile di un assistente telefonico è pari a un terzo di quella di un italiano. “Con il fatto che l’italiano è la nostra lingua madre: da oggi in poi chi acquista un computer Hp o una stampante Toshiba dovrà affidarsi a un’assistenza serba da cui farsi dare indicazioni e a cui comunicare dati personali”, spiega Fabrizio Di Mauro, sindacalista Rsu/Sei, anche lui fra la schiera dei licenziati. “I vertici spagnoli si sono riuniti nella sede di via Montecuccoli: e mentre fuori dai cancelli i lavoratori protestavano con volantinaggi e striscioni chiedendo un reinserimento lavorativo, dentro gli uffici si è deciso di licenziare tutti. Per i sindacati non c’è stata possibilità di mediazione”. …continua…

By jvb