Meda (non) si interroga sul futuro della sua comunità dopo la notizia dell’apertura di un centro islamico (qui articolo).

Mentre gli artefici del progetto si affrettano a mettere le mani avanti specificando che non si tratta di una moschea (e non potrebbe essere altrimenti visto l’attuale legislazione regionale) la stampa locale che pende a sinistra si affretta a mettere il centro sotto la propria ala protettrice.

Personalmente, sulla base delle informazioni di cui dispongo, non sono né a favore né contrario.

Non sono contrario, se l’apertura del cosiddetto centro culturale rispetterà le attuali normative di legge nazionale e regionale.

Ma non posso neanche essere a favore non conoscendo chi ha aperto il centro, chi vi è effettivamente dietro al progetto e chi ha finanziato.

Troppo spesso nel recente passato abbiamo visto come “pseudo” centri culturali siano stati la copertura per il riciclaggio di denaro proveniente dall’Isis o da stati arabi che appoggiano pubblicamente il terrorismo come pure centri per il reclutamento di Foreign Fighters e terroristi islamici.

L’apprensione è perciò legittima, soprattutto per una comunità come quella medese che è stata provata e toccata in prima persona proprio dalla violenza islamica con la morte di una propria concittadina avvenuta a Tunisi solo qualche anno fa.

Inoltre dovremmo ricordare che ogni luogo di culto delle provincie della zona è diventato realtà con la medesima strategia: aprire un iniziale centro aggregativo, aggirare le normative, effettuare comunque il culto e successivamente espandersi grazie anche alla connivenza dei politicanti buonisti di turno e di proprietari d’immobili senza scrupoli attirati dai lauti guadagni (pecunia non olet, dicevano gli antichi romani).

La stampa buonista si è subito affrettata ad appoggiare la scelta con un netto richiamo alla “costituzione più bella del mondo”.

A sinistra si sa, la Costituzione è come una bandierina da alzare ed abbassare a proprio piacimento, quando e come fa comodo.

La Costituzione garantisce la libertà di culto? Affermazione corretta, ma incompleta. Va rimarcato che l’Islam è contrario alla Costituzione italiana (Art. 8, 2° comma) perché ha precetti che sono incompatibili col nostro ordinamento quali:

  • la poligamia, dato che un musulmano può sposare fino a 4 mogli, mentre per la legge italiana ciò è inammissibile;
  • la pena di morte per apostati, adulteri ed omosessuali; confermata da tutte e quattro le scuole coraniche, e pertanto non suscettibile di smentite, è una realtà mai messa in discussione da nessun organo dirigente islamico;
  • la superiorità del musulmano sul non musulmano e dell’uomo sulla donna, chiaramente desumibili sia dalle fonti religiose islamiche (Corano e Sharia), che da documenti istituzionali, come ad esempio la Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo.

La Costituzione garantisce la libertà di culto, ma a patto che questo non sia contrario alle leggi e gli ordinamenti dello stato. Siamo sicuri che l’Islam sia effettivamente così?

Ricordiamo inoltre le parole di Padre Samir Kamhil Samir teologo gesuita: “L’Islam, a differenza del cristianesimo non è solo una religione: è una totalità. È questa la sua forza e il pericolo. Può diventare un impero, una dittatura, perché niente sfugge all’islam: l’economia, la politica, l’aspetto militare, il rapporto uomo-donna, i gesti precisi nella preghiera, il modo di vestirsi, tutto! Tutto è islamico!”.

Stiamo poi attenti a non replicare quanto già accaduto nel recente passato e sta accadendo ancora oggi in Inghilterra, in Francia, in Belgio in Svezia… dove proprio per garantire la massima tolleranza e libertà nei confronti di chi in realtà non si vuole integrare e vuole seguire le proprie usanze, costumi, tradizioni e leggi, finiremo nella medesima situazione.

Come non pensare alle migliaia di ebrei costretti a fuggire dalla civilissima Parigi per sfuggire alle violenze degli islamici?

Sul «Corriere della Sera» del 22 novembre 2017 si leggeva questo titolo: Il grande esodo degli ebrei di Parigi. “Ci aggrediscono, costretti a fuggire”. Il sommario diceva: «Minacce e violenze nelle periferie a maggioranza araba. Dei 350 mila residenti, 60 mila si sono rifugiati altrove. Alcuni in Israele. Molti si stanno trasferendo in un unico quartiere della capitale, accanto alla sinagoga. Il rischio di un nuovo ghetto».

Il tutto con la complicità della sinistra e dei falsi buonisti.

E non dimentichiamoci che il mondo del terrore islamico non è lontano da noi. Ci siamo già dimenticati dell’attentato pianificato qualche lustro or sono da musulmani all’Esselunga di Seregno e che solo grazie alla “benemerita” è stato sventato?

Non dobbiamo vivere nella paura, ma neppure farci prendere per fessi e lasciarci sottomettere.

O vogliamo preparaci a vivere la “cristianofobia” come in Francia?

Tratto dal post I canarini della civiltà:

Prima gli ebrei (che rappresentano il “canary in the coalmine” della civiltà), subito dopo parte immediato l’attacco ai Cristiani.

Spazzar via la memoria: ecco quel che capita dove le “risorse” le hanno accolte prima, dove “l’integrazione” è più avanti. Infatti lo è: nel senso che dovete adeguarvi voi, occidentali di merda.

E’ questo il futuro che vogliamo per noi e per i nostri figli?

By aidos

2 thoughts on “#Meda, il centro islamico e la Costituzione più bella del mondo.”
  1. L’Islam semina odio, odio , odio e solo odio ! Quando anche questi scemi di sinistra lo capiranno ????

Comments are closed.