(…) Tuttavia, la Camusso, anche armata di tutta la sua buona volontà buonista, non può fare a meno di vedere l’elefante parcheggiato nel salotto dell’occidente e cioè il terrorismo islamico, che -ad esempio- vede bene nel suo editoriale di oggi, sempre sul Corriere, Ernesto Galli della Loggia.
Dunque con sofferenza, direi fisica, la leader della Cgil è costretta ad ammettere quello che a tutte le persone di buon senso è noto da anni e cioè che ci sono larghi strati di immigrati o migranti qual dir si voglia a cui di integrarsi non importa un emerito ciufolo ma anzi, più che integrare sentono la necessità di disintegrare cose e persone, possibilmente occidentali.
La Camusso per arrivarci ha fatto una strada lunga e faticosa che deve esserle costata l’addio alle utopie di Rousseau e una buona dose di lacrime e sangue ma alla fine ce l’ha fatta anche lei entrando nel club del buon senso.
Le contraddizioni della Camusso
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